martedì 1 aprile 2025

Pino

anno: 2025
regia: FRANCESCO LETTIERI
genere: documentario
con Pino Daniele
nazionalità: Italia
voto: 2

Prima regola: diffidare sempre quando l'autore, l'ideatore o il produttore di un'opera cinematografica ha la pretesa di diventare il perno del film. Succede con ogni documentario di Kusturica, è successo con Io, noi e Gaber (lì, la figlia Dalia) e accade anche in questo tributo a Pino Daniele. Qui, infatti, Federico Vacalebre, giornalista de Il mattino di Napoli, non fa che straparlare, mettersi in favore di macchina da presa, togliere proditoriamente la parola agli intervistati, a cominciare da quelli della band che accompagnò Pino Daniele negli anni di massimo fulgore, coincidenti con il concerto del 1981 in Piazza dello Statuto (De Piscopo, Senese, Esposito, Jermano). Il sodale di Vacalebre, Francesco Lettieri - qui in cabina di regia dopo il pessimo Ultras e un altro paio di boiate - ci mette del suo, creando un film nel film con l'inserimento di videoclip di livello dilettantesco (è lui il regista dei promo di Liberato) che vorrebbero raccontare - nell'economia di appena un'ora e mezza di film - canzoni come Chillo è nu buono guaglione, Napule è, Quando, O ssaje comme fa o core e Allora sì. Il che fa capire perché la prima occasione in cui si vede Pino cantare e suonare arrivi esattamente dopo mezz'ora e il primo stralcio di intervista dopo altri dieci minuti. Nel loro delirio solipsistico, Lettieri e Valcalebre fanno l'ennesimo torto (dopo lo scadente Pino Daniele - Il tempo resterà di Giorgio Verdelli) alla memoria di uno dei mostri sacri della canzone d'autore italiana, mostrando quanto l'ipertrofia dell'ego, mescidata con l'opportunismo dell'operazione commerciale (uno scarto recuperato da Alex Daniele, figlio di Pino, e consegnata ai due autori aspira a essere l'asso nelle manica), possa produrre risultati ben oltre la soglia del ridicolo.

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