martedì 3 maggio 2022

Io tu noi, Lucio

anno: 2022
regia: GIORGIO VERDELLI
genere: documentario
con Lucio Battisti, Sonia Bergamasco, Renzo Arbore, Mario Arlati, Dario Baldan Bembo, Edoardo Bennato, Mario Biondi, Claudio Bonivento, Claudio Buja, Tony Cicco, Mauro Coruzzi, Colapesce, Giorgio Conte, Franco Daldello, Gianni Dall'Aglio, Antonio Di Martino, Tony Esposito, Nicolò Fabi, Mario Luzzatto Fegiz, Eugenio Finardi, Fernando Fratarcangeli, Ricky Gianco, Cristiano Godano, Daniele Ippolito, Mario Lavezzi, Le Vibrazioni, Canio Loguercio, Massimo Luca, Maurizio Malabruzzi, Mara Maionchi, Roberta Marten, Roby Matano, Ermal Meta, Mogol, Alice Montalbetti, Pietruccio Moltalbetti, Franco Mussida, Gianna Nannini, Massimiliano Pani, Claudio Pascoli, Alberto Radius, Ron, Vasco Rossi, Alberto Salerno, Andrea Sannino, Jack Savoretti, Riccardo Scamarcio, Shel Shapiro, Mauro Spenillo, Vince Tempera, Paola Turci, Majid Valcarenghi, Maurizio Vandelli, Carlo Verdone, Geoff Westley, Franco Zanetti, Donato Zoppo
location: Italia
voto: 5

Una parte non irrilevante della discografia di Lucio Battisti è stata prodotta in assenza del paroliere Mogol. A quest’ultimo, nella fase finale della carriera artistica del musicista di Poggio Bustone, si sostituirono prima la moglie Grazia Letizia Veronese, quindi un funambolo della parola come Pasquale Panella, a cui Mogol (che peraltro rimedia la solita figuraccia dell’avido con la storia dei diritti d’autore) avrebbe a malapena potuto spicciare casa. Se esiste un valore nel documentario che Giorgio Verdelli, specialista del genere, ha dedicato all’autore di capolavori come Il mio canto libero, La collina dei ciliegi e La canzone dl sole, questo sta proprio lì: nell’aver ricordato anche una parte cospicua e importante del canzoniere battistiano. Al di là di questo, il documentario consiste in un assemblaggio scialbo di found footage e testimonianze di gente come Colapesce e Dimartino, cantanti dall’imbarazzante calata vernacolare che non dovrebbero partecipare nemmeno a qualche recital parrocchiale. Il che è un ulteriore motivo di interesse del film, perché ci mostra in quali abissi sia precipitata – a furia di X Factor e amenità del genere – la canzone italiana. Sulla presenza di Sonia Bergamasco, messa lì come voce on a chiosare qualche aneddoto della carriera di Battisti, bisogna stendere il più pietoso dei veli.



Nessun commento:

Posta un commento