venerdì 13 marzo 2009

Gran Torino

anno: 2009   
regia: EASTWOOD, CLINT   
genere: drammatico   
con Clint Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang, Ahney Her, Brian Haley, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Howe, John Carroll Lynch, William Hill, Brooke Chia Thao, Chee Thao, Choua Kue, Scott Eastwood, Xia Soua Chang, Sonny Vue, Doua Moua, Greg Trzaskoma, John Johns, Davis Gloff, Thomas D. Mahard, Cory Hardrict, Nana Gbewonyo, Arthur Cartwright, Austin Douglas Smith, Conor Liam Callaghan, Michael E. Kurowski, Julia Ho, Maykao K. Lytongpao, Carlos Guadarrama, Andrew Tamez-Hull, Ramon Camacho, Antonio Mireles, Ia Vue Yang, Zoua Kue, Elvis Thao, Jerry Lee, Lee Mong Vang, Tru Hang, Alice Lor, Tong Pao Kue, Douacha Ly, Parng D. Yarng, Nelly Yang Sao Yia, Marty Bufalini, My-Ishia Cason-Brown, Clint Ward, Stephen Kue, Rochelle Winter, Claudia Rodgers, Vincent Bonasso    
location: Usa
voto: 8   

Rimasto vedovo, Walt Kowalski (Eastwood), veterano con tanto di medaglia al valore per la guerra di Corea ed ex operaio, si ritrova a vivere da solo in un quartiere della provincia del midwest, popolato quasi esclusivamente da asiatici. L'uomo è incattivito dalla vita e tormentato dai ricordi, ringhia ai vicini di casa, ma i suoi pregiudizi razziali verranno meno nel momento in cui si troverà a difendere un ragazzo hmong dalle insolenze e dai soprusi di una gang.
A 78 anni Clint Eastwood continua a snocciolare capolavori. Il suo ingresso nella cinematografia del terzo millennio ha assunto da tempo i contorni di una riflessione morale e civile sull'America, sulle sue contraddizioni, sulla mitografia di una nazione che ha rotto il patto originario con i suoi padri. Non fa eccezione questo piccolo (nella realizzazione) grande (nei risultati) film, nel quale il vecchio Clint assume i panni di un anziano riottoso di fronte alle trasformazioni della contemporaneità eppure capace di farsi carico di una superba lezione morale. Lo stile narrativo è quello classico e misurato del grande regista americano, gli ingredienti inconsueti vanno ricercati in un'inattesa dose umoristica che smorza a tratti la tensione del racconto per calare lo spettatore in una dimensione da commedia, appunti e riflessioni sul confronto tra culture si tengono bene alla larga da banalità e luoghi comuni: quanto basta per rimanere ben saldo fino all'ultimo sul podio dei più grandi registi di tutti i tempi.    

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