lunedì 31 marzo 2014

Il paradiso degli orchi (Au bonheur des ogres)

anno: 2013       
regia: BARY, NICOLAS 
genere: commedia gialla 
con Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Guillaume de Tonquedec, Emir Kusturica, Thierry Neuvic, Mélanie Bernier, Dean Constantin, Marius Yelolo, Bruno Paviot, Alice Pol, Youssef Hajdi, Armande Boulanger, Adrien Ferran, Mathis Bour, Joël Demarty, Marie-Christine Adam, Jean-Louis Barcelona, Isabelle de Hertogh, Ludovic Berthillot, Gil Alma, Pierre Bénézit, Maxime Motte, Ann Confort, Germain Wagner, Marc Olinger, Franck Sasonoff, Thibault De Lussy, Esther Baralle, Régis Romele, Florian Goutiéras, Benjamin Michaluk, Anastasia Perucci, Axel Keravec, Louis Wagner, Julia Piaton, Jérémy Bardeau, François Laurent, Max Morel, Sophie-Charlotte Husson, William Bauche, Jean-Lou Chaffre, Adrien Curt, Johanna Landau, Alain Holtgen, Gilles Soeder, Marie-Béatrice Dardenne 
location: Francia
voto: 4

Daniel Pennac deve gran parte della sua fortuna al personaggio di Benjamin Malaussène, rimasto al centro di 6 dei suoi romanzi e caratterizzato dall'essere un capro espiatorio di professione (tristissima la battuta che i traduttori italiani hanno rubato al Gassman dell'Audace colpo dei soliti ignoti sul "capo respiratorio").
Malaussène (Personnaz) lavora in una di quelle cattedrali del consumo che sono i grandi magazzini. Accade che per ben due volte si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato, quando due grosse esplosioni mietono in entrambe le circostanze una vittima legata al magazzino. I sospetti ricadono su di lui, il quale, grazie all'aiuto di una fascinosa e intraprendente giornalista (Bejo) riuscirà a smascherare il vero colpevole, dietro il quale si cela, e da qui il titolo del romanzo e del film, una truce storia di rapimenti di bambini.
Se la critica di Pennac al mondo del consumo è flebilissima e tutta imperniata sul ruolo del capro espiatorio che, per evitare guai al magazzino, si prende i rimproveri davanti agli acquirenti rimasti attoniti al momento di sporgere reclamo, nel film tutto si riduce a macchietta e la combinazione tra trama gialla e rosa arranca vistosamente.    

martedì 25 marzo 2014

Father & son (Soshite chichi ni naru)

anno: 2013       
regia: KORE-EDA, HIROKAZU
genere: drammatico
con Masaharu Fukuyama, Machiko Ono, Yoko Maki, Lily Franky, Shogen Hwang, Jun Fubuki, Jun Kunimura, Kirin Kiki, Isao Natsuyagi, Megumi Morisaki, Keita Nonomiya
location: Giappone
voto: 8

Il padre del titolo si chiama Ryota (Fukuyama) ed è un affamatissimo architetto giapponese che vive in una splendida casa con una moglie che fa da soprammobile e si lamenta della sua dipendenza da lavoro e un figlio di sei anni vincolato a prescrizioni e proscrizioni paterne. Dall'ospedale dove il ragazzino fu concepito arriva una notizia incredibile: il giorno della nascita ci fu uno scambio della culla. Padre e madre si mettono così in contatto con la coppia che ha avuto il loro "vero" bambino, cominciano a frequentarsi, mirano a ristabilire le condizioni dei due ragazzi in base alla consanguineità. Peccato che il figlio di Ryota, assaporata la vita nella ben più modesta magione dell'altra famiglia, con un "altro" padre, gestore di un piccolo emporio e capace di dedicare tutto il tempo di cui dispone ai suoi tre figli, non ne voglia sapere di tornare con un genitore tanto anaffettivo e draconiano.
Non è la vicenda rancorosa di Toto le heros, né quella comica de Il 7 e l'8 o quella pacificatoria de Il figlio dell'altra, tutti film che prendono spunto dallo scambio nelle culle, bensì il racconto della presa di coscienza di un uomo che ha puntato tutto su lavoro, successo e denaro tratteggiata a partire dalle forti differenze di classe. Poetico, a tratti spiritoso, il film di Hirokazu Kore-Eda è un racconto di formazione declinato all'età adulta, con qualche lungaggine di troppo ma grande intensità descrittiva.
Premio della giuria al 66. Festival di Cannes (2013).    

domenica 23 marzo 2014

Following

anno: 1999   
regia: NOLAN, CHRISTOPHER
genere: noir
con Jeremy Theobald, Alex Haw, Lucy Russell, John Nolan, Dick Bradsell, Gillian El-Kadi, Jennifer Angel, Nicolas Carlotti, Darren Ormandy, Guy Greenway, Tassos Stevens, Tristan Martin, Rebecca James, Paul Mason, David Bovill, John Bengue, Ivan Cornell, Jane Hunter, Matthew Jones, David Julyan, David Lloyd, Alberto Mattiussi, Brendan Nolan, Barbara Stepansky, Emma Thomas, Diane Zack
location: Regno Unito
voto: 7,5

Fate caso all'adesivo posto fuori da una delle porte degli appartamenti che si vedono nel film: è quello di Batman. Prima ancora di diventare quel regista formidabile e visionario che ci ha regalato capolavori come Batman begins o The prestige, Christopher Nolan esordì con un film a bassissimo costo (è visibile comodamente su YouTube) girato in un bianco e nero di ambientazione britannica che lo fa sembrare più vecchio di quasi mezzo secolo. A fronte del pauperismo dei mezzi e delle immagini, il genio lo si scorge già dalla trovata narrativa. Un disoccupato poco più che ventenne (Theobald), aspirante scrittore, per trarre idee per un suo romanzo si mette a pedinare casualmente le persone per strada (da qui il titolo, Following). Fino a quando non si imbatte nell'individuo sbagliato, un ladro suo coetaneo (Haw) con l'abitudine di svaligiare appartamenti incustoditi, che - con un astutissimo doppio gioco - lo mette seriamente nei guai.
Noir dall'intreccio diabolico, Following sembra un incrocio tra Godard, il Bresson di Pickpocket e il primo Loach, e rende manifesto tutto il talento di un regista tra i migliori della sua generazione.    

Noi 4

anno: 2014       
regia: BRUNI, FRANCESCO
genere: drammatico
con Ksenija Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci Testasecca, Raffaella Lebboroni, Milena Vukotic, Gianluca Gobbi, Giulia Li Zhu Ye, Ivan Franek
location: Italia
voto: 4

Lara (Rappoport) apre le persiane di casa in una bella giornata di sole, è l'ingegnera che coordina i lavori della nuova rete metropolitana capitolina, è ossessionata dal suo corpo ed è sempre in ansia per tutto. Suo figlio quattordicenne Giacomo (Bracci Testasecca) si sveglia a casa della zia (Lebboroni), è timido e impacciato e ha un debole per una compagna di scuola giapponese. La sorella di Giacomo (Guidone), di otto anni più grande (ma sembra che ne abbia 20 di più), si aiuta con l'accendino per guardare l'ora dopo una notte passata al teatro Valle occupato e ha una tresca con un regista transalpino (Franek) che la molla su due piedi. Il padre dei due ragazzi (Gifuni), un artistoide piacione e scavezzacollo, viene destatato dal richiamo dell'amico che gli ha offerto il divano sul quale ha cercato l'ennesimo ricovero notturno di fortuna. I quattro risvegli della scena iniziale simbolizzano una famiglia disgregata che, forse, si ritroverà nel giorno in cui Giacomo ha l'esame di terza media.
Al suo secondo film da regista, Francesco Burni dilapida tutte le credenziali che si era conquistato con l'ottimo Scialla! (ma non dimentichiamo che è anche lo sceneggiatore di film eccellenti come Il capitale umano, Come si fa un Martini, Preferisco il rumore del mare e Condominio). Qui la scrittura del copione si fa troppo sentire, le situazioni narrate nell'unità di luogo e di spazio (le 24 ore con tanto di escursione al lago di Martignano nel giorno dell'esame di Giacomo) appaiono forzate e la vicenda della famigliola che deve ritrovare se stessa è flebile e stravista. Gifuni ha gioco facile nel fare il mattatore tra una Rappoport in continuo overacting e i due ragazzi vistosamente impacciati.    

mercoledì 19 marzo 2014

La mia classe

anno: 2013   
regia: GAGLIANONE, DANIELE
genere: drammatico
con Valerio Mastandrea, Bassirou Ballde, Mamon Bhuiyan, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura, Metin Celik, Pedro Savio De Andrade, Ahmet Gohtas, Easther Sam, Shujan Shahjalal, Lyudmyla Temchenko, Moussa Toure
location: Italia
voto: 7

Nel quartiere romano del Pigneto Daniele Gaglianone con la sua troupe sta girando un film su un insegnante (Mastandrea) alle prese con un gruppo di immigrati dalle origini più diverse, tutti lì per imparare la lingua italiana. Tra battute, strafalcioni e momenti di commozione, la realtà irrompe improvvisamente nella finzione: a uno di loro è scaduto il permesso di soggiorno e per lui le riprese non possono continuare. Siamo alla quintessenza della dialettica goffmaniana tra ribalta e retroscena: nel suo film più riuscito, Gaglianone - già regista di Nemmeno il destino, Pietro e Ruggine - intreccia continuamente i due piani, rendendo pressoché indistinguibile la finzione dalla realtà, in una docufiction che riesce a parlare del tema dell'immigrazione con originalità e un occhio puntato a La classe di Cantet. Un commento a parte lo merita l'interpretazione di Valerio Mastandrea, che non solo continua a stupire per le sue scelte così poco convenzionali (si pensi a Good morning Aman, Chi nasce tondo..., Piano 17, Barbara), ma per l'ennesima prova di stupefacente verismo, nella quale mostra inusitate doti improvvisative e umane.    

lunedì 17 marzo 2014

Le Piccole Idee

anno: 2011       
regia: FAENZA, GIACOMO  
genere: drammatico  
con Luca D'Alessandro, Gea Dall'Orto, Roberta Fabbri, Giacomo Gandossi,, Stefania Micol, Libero Caldelli, Francesco Grasso, Laura Poggiolini, Fabrizio Argenti, Tommaso Pecorella, Giovanni Ferrara, Marco Bagnoli, Mario Vigiak Bugara, Teresa Scozzi, Armando Cardarilli, Giulia Cardarilli, Luisa Mauri, Angelo Giotta, Mara Romani  
location: Italia
voto: 3

Quattro film al prezzo di uno per raccontare l'effetto della crisi sulle persone comuni. A Firenze un ricercatore universitario è costretto a mangiare alla mensa Caritas e a comprare una bicicletta di seconda mano alla figlia educata al verbo del consumismo più truce. In Veneto un imprenditore è costretto a chiudere la fabbrica, ritrovandosi nella stessa condizione dei suoi operai: disoccupato. A Roma una coppia che non riesce ad arrivare alla fine del mese non sa come fare per iscrivere alle scuole superiori la figlia più piccola, che nello studio è sempre riuscita benissimo. A Milano un informatico abbrutito dal licenziamento risorge grazie alla Banca del Tempo.
All'esordiente Giacomo Faenza va riconosciuto il merito di avere costruito quattro storie, raccordate da eleganti disegni animati, che nonostante la drammaticità delle situazioni narrate, invocano quelle piccole idee che permettono la sopravvivenza anche negli scenari più plumbei. A suo modo è un docu-film ottimista, affidato ad attori non professionisti il cui livello di recitazione è però bel al di sotto del livello di guardia. Ed è proprio questo il problema del film: non aggiungendo pressoché nulla a quanto sappiamo già tutti, non trova la chiave appropriata sul piano stilistico per giustificare un'operazione che è destinata a farsi dimenticare.    

sabato 15 marzo 2014

Prossima fermata: Fruitvale Station (Fruitvale Station)

anno: 2013       
regia: COOGLER, RYAN  
genere: drammatico  
con Michael B. Jordan, Melonie Diaz, Octavia Spencer, Kevin Durand, Chad Michael Murray, Ahna O'Reilly, Ariana Neal, Keenan Coogler, Trestin George, Joey Oglesby, Michael James, Marjorie Crump-Shears, Destiny Ekwueme, Bianca Rodriguez III, Julian Keyes, Kenny Grimm, Thomas Wright, Jemal McNeil, Steven C Johnson, Alejandra Nolasco, Alex Alessandro Garcia, Marvin Greene, Laurel Moglen, Victor Toman, Herman Tsui, Liisa Cohen, Darren Bridgett, Caroline Lesley, Lucena Herrera, Brian Richardson, Razon Alicia Tramble, Maya Tapia, Nassir Zughayer, Patrick Sieler, Thomas Cokenias, Wanda Johnson, Christina Elmore, Tamera Tomakili, Chris Riedell, Denzel Worthington, Alan C. Foster, Saul Ramirez, Charmaine Davis, Jonez Cain, Jasmin Bristow, Chris Morocco, Robert Ajlouny, Noah Staggs, Kurt Cotton, Nicholas Crispen, Dustin Miller, Sergio Valle, William T. Bayley, Jennifer Nicole, Lola Preza, Levi Zavala, Jason Garcia, William Armando, Tristan Gray, Ruben Rivera, Kassandra Cesar, Israel Cesar, Tatiyana Gomez, Noah Zavala, Maleah Nipay-Padilla, Nicole Maxali, Jessica Clark, John Burke, Montgomery Paulsen, Matthew Thomas Ward, Spencer Kalin-Mulder, Della Hamlin, James Mastel, Guzman Leonel, Reggie Rahming, Ian  
location: Usa
voto: 5,5

A.C.A.B. È il capodanno del 2009 a Oakland. Oscar (Jordan) e la sua compagna (Diaz), insieme a un gruppetto di amici, stanno per recarsi con la metropolitana a San Francisco per festeggiare. Ma durante il viaggio di ritorno scoppia una baruffa su una delle carrozze. Oscar e i suoi sodali vengono fermati dalla polizia, maltrattati. Ci scappa il colpo e anche e il morto. Sono gli ultimi venti minuti di un film-denuncia che racconta come tutto il mondo sia paese, come anche sull'altra sponda dell'oceano esistano altrettanti casi Cucchi, Uva, Aldrovandi, con l'unica differenza che in America la giustizia funziona più rapidamente che da noi. Da quelle parti, i nostri eroi della Diaz e di Bolzaneto almeno per qualche mese riuscirebbero a vedere il sole a scacchi. Ma anche negli States, a conti fatti, le pene per questi criminali in divisa sono irrisorie. Il film dell'esordiente Ryan Coogler ha un impianto assai classico e nella prima metà racconta il tentativo del nero 22enne protagonista di lasciarsi alle spalle una vita ai margini, fatta di spaccio e cattive compagnie. Il ritmo per quasi un'ora è monocorde, la vicenda di Oscar sovrapponibile alle moltissime altre storie di redenzione, ma ciò che probabilmente ha fatto presa sul pubblico del Sundance, che ha incoronato Fruitvale Station con il massimo alloro, è la potenza civica del film, che nel finale mette in scena la reale impotenza del comitato pro-Oscar per ottenere giustizia e l'impermeabilità delle istituzioni ai diritti dei neri, alla faccia di Obama. All cops are bastards.    

mercoledì 12 marzo 2014

Diario di una schiappa 2: la legge dei più grandi (Diary of a Wimpy Kid: Rodrick Rules)

anno: 2011       
regia: BOWERS, DAVID  
genere: commedia  
con Zachary Gordon, Devon Bostick, Rachael Harris, Robert Capron, Steve Zahn, Connor Fielding, Owen Fielding, Peyton List, Karan Brar, Laine MacNeil, Grayson Russell, Terence Kelly, Fran Kranz, Bryce Hodgson, Andrew McNee, John Shaw, Alf Humphreys, Teryl Rothery, Serge Houde, Dalila Bela, Jakob Davies, Maple Batalia, Melissa Roxburgh, Jeff Kinney, Alec Willows, Sean Mathieson, Belita Moreno, Elysia Rotaru, Ben Hollingsworth, Michelle Harrison, Kevin Kazakoff, Graeme Duffy, Christopher De-Schuster, Samantha Page, Ava Hughes, Jake D. Smith, Owen Best, Spencer Drever, Michael Strusievici, Conner Ingram, Mark Brandon, Dawn Chubai, Brenda Anderson, Doreen Ramus, Betty Phillips, Tae Helgeth, Sheila Paterson, Monica Marko, Darcy Michael, Manoj Sood, Angela Moore, Nancy Ebert  
location: Usa
voto: 6

Arrivato al secondo anno di scuola media, Greg (Gordon) si invaghisce di una compagna di classe (List) ma ha un grosso problema: suo fratello (Bostick) rompe sempre e comunque e cerca di mandargli in pezzi i progetti di fidanzamento. I genitori vorrebbero che tra i due corresse buon sangue, ma l'unica maniera per darsi corda l'un l'altro è quella di tenersi reciprocamente il gioco rispetto a mamma e papà.
Meno riuscito del film precedente, questo secondo episodio si lascia apprezzare per la vis pedagogica con tratti assai ironici sul perbenismo di famiglia, per l'efficacia degli inserti animati e per l'originalità di molte scene.    

martedì 11 marzo 2014

La segretaria quasi privata (The desk set)

anno: 1957       
regia: LANG, WALTER 
genere: commedia 
con Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Gig Young, Joan Blondell, Dina Merrill, Sue Randall, Neva Patterson, Harry Ellerbe, Nicholas Joy, Diane Jergens, Merry Anders, Ida Moore, Rachel Stephens 
location: Usa
voto: 4

In un ufficio informazioni sta per arrivare un cervellone elettronico. Le impiegate che vi lavorano vedono il posto di lavoro a rischio. Tra queste, ce n'è una dalla memoria prodigiosa (Hepburn), che a colpi di intelletto riuscirà a mandare in crisi l'uomo che più credeva nella macchina (Tracy).
Come già in Divertiamoci stanotte, Walter Lang si segnala come autore di commedie ultraleggere a sfondo sentimentale. Vedere duettare Spencer Tracy e Katherine Hepburn è sempre un piacere, ma il contesto è quanto mai povero, le situazioni ripetitive e il ritmo monocorde.    

lunedì 10 marzo 2014

Diario di una schiappa 3: Vita da cani (Diary of a Wimpy Kid: Dog Days)

anno: 2012   
regia: BOWERS, DAVID  
genere: commedia  
con Zachary Gordon, Steve Zahn, Robert Capron, Devon Bostick, Rachael Harris, Peyton List, Grayson Russell, Karan Brar, Laine MacNeil, Connor Fielding, Owen Fielding, Melissa Roxburgh, Phil Hayes, Terence Kelly, Bronwen Smith, Alf Humphreys, Elise Gatien, John Shaw, Andrew McNee, Tom Stevens, Bryce Hodgson, Christopher De-Schuster, Dalila Bela, Frank C. Turner, Emily Holmes, Jeff Kinney, Amitai Marmorstein, Roan Curtis, Sydney Wong, Reese Alexander, Cameron Mitchell Jr., Latonya Williams, Nicole Fraissinet, Doug Abrahams, Melody B. Choi, Wanda Ayala, Kyle Cassie, Kevin James, Amy Esterle, Gerry Durand, Joshua Ballard, Jared Abrahamson, Matteo Stefan, Collin MacKechnie, Sofia Bowers, Dawn Chubai, Matt Mazur, Anne Openshaw, Keith MacKechnie, Simon Chin, BJ Harrison, Russell Roberts, Paul Fisher, David Palacio, Oliver, Hero  
location: Usa
voto: 6

Al terzo episodio della serie, Greg (Gordon) ha ormai quattordici anni, l'anno scolastico è terminato ed è tempo di vacanze. Lui vorrebbe passarle sulla consolle dei videogiochi ma le contromisure paterne lo costringono all'aria aperta. E allora si inventa un lavoro che non ha per frequentare l'esclusivissimo club sportivo dove, insieme a quel ciccione del suo migliore amico (Capron), ha la possibilità di incontrare la sua compagna di scuola Holly (List).
Come spesso accade in casi del genere, quando la serie si allunga si comincia anche a sentire il fiato corto. Per Vita da cani valgono gli stessi pregi dei due episodi che lo hanno preceduto: ritmo pimpante, sguardo accorto sul mondo degli adolescenti, nessuna scorciatoia che passi per il linguaggio triviale, efficacissimi inserti animati. E se tutto funziona nella prima parte del film, nella seconda il personaggio ricavato dai best seller di Jeff Kinney annaspa un po' in un copione che risente di un'impostazione a gag, ma con momenti ugualmente felicissimi e un umorismo intelligente e mai banale.    

domenica 9 marzo 2014

Jack Reacher - La prova decisiva

anno: 2012   
regia: McQUARRIE, CHRISTOPHER
genere: thriller
con Tom Cruise, Rosamund Pike, Richard Jenkins, David Oyelowo, Werner Herzog, Jai Courtney, Vladimir Sizov, Joseph Sikora, Michael Raymond-James, Alexia Fast, Josh Helman, Robert Duvall, James Martin Kelly, Dylan Kussman, Denver Milord, Susan Angelo, Julia Yorks, Nicole Forester, Delilah Picart, Joe Coyle, Alicia Murton, Peter Gannon, David Whalen, Tristan Elma, Sophie Guest, Michael Minor, Scott A. Martin, CJ Ramirez, Teri Clark, Jarid Faubel, Sara Lindsey, Jace Jeanes, Andrei Runtso, Efka Kvaraciejus, Lee Child, Tommy Lafitte, Kristen Dalton, Jordan Trovillion, Annie Kitral, Lissy Gulick, Catherine L. Albers, Larissa S. Emanuele, Jason McCune, Shane Callahan, Joshua Elijah Reese, Nathan Hollabaugh, Christopher Stadulis
location: Usa
voto: 8

A Pittsburgh, un cecchino uccide cinque persone. Dell'omicidio viene accusato un tizio che, durante l'interrogatorio, si limita a scrivere un messaggio: "cercate Jack Reacher". Reacher (Cruise) è un ex poliziotto che vive come un fantasma e che aiuta una giovane avvocatessa (Pike) a cercare di districare il caso che è molto diverso da ciò che sembra.
Tratto dal romanzo di Lee Child, Jack Reacher si candida a essere un degnissimo concorrente della serie di Jason Bourne e un perfetto sostituto per il personaggio che Tom Cruise interpretava nella costosissima serie di Mission: impossible. Fumettone adrenalinico con molte inverosimiglianze, il film d'esordio di Christopher McQuarrie (già sceneggiatore da Oscar con I soliti sospetti e di Operazione Valchiria, quest'ultimo interpretato dalo stesso Curise) si regge su una trama fitta equamente divisa tra dialoghi ironici e ben scritti e scene d'azione ad alta tensione, sorprendente e piena di colpi di scena.    

sabato 8 marzo 2014

Cujo

anno: 1983   
regia: TEAGUE, LEWIS  
genere: horror  
con Dee Wallace, Danny Pintauro, Daniel Hugh Kelly, Christopher Stone, Ed Lauter, Kaiulani Lee, Billy Jayne, Mills Watson, Sandy Ward, Jerry Hardin, Merritt Olsen, Arthur Rosenberg, Terry Donovan-Smith, Robert Elross, Robert Behling, Clare Nono, Daniel H. Blatt  
location: Usa
voto: 7

Quando hai in mano un racconto di Stephen King, anche se i mezzi produttivi scarseggiano, è difficile non fare centro. Prendi un cane san Bernardo che contrae la rabbia dai pipistrelli. Affiancagli una donna fedifraga (Wallace) costretta per giorni e notti, insieme al suo bambino (Pintauro), a subirne l'assedio rinchiusa in un'auto presso l'officina deserta dove è andata per farla riparare e il gioco è fatto. L'espiazione del tradimento pagata, complici gli intrecci del caso, a carissimo prezzo, mentre un marito buono, paziente e premuroso (Kelly) si è allontanato dalla città nell'attesa di una decisione.
Mezzi scarni, grandissimo senso della suspense e alcune scene che non evitano lo splatter prodotto dalla furia del quadrupede, prodigiosamente ammaestrato: bastano questi ingredienti a fare di Cujo uno psicothriller ad altissima tensione dalla prima all'ultima scena, con tanto di inserto su uno stalker. E poco importa se gli attori recitano al minimo sindacale.    

venerdì 7 marzo 2014

Un mondo in pericolo (More Than Honey)

anno: 2012   
regia: IMHOOF, MARKUS
genere: documentario
con Fred Jaggi, Randolf Menzel, John Miller, Liane Singer, Heidrun Singer, Zhao Su Zhang, Fred Terry, Boris Baer, Joseph MacIlvaine, André Maritz, Layne Pauly, Robert Schneider, Eric Robinson, Elisabeth Schild, Tiffany Bate, Rodolfo Jaffe, Andrin, Barbara Baer-Imhoof, Lucien
location: Australia, Cina, Germania, Usa
voto: 8,5

Einstein disse che "se le api si estinguessero, all'uomo non rimarrebbero che quattro anni di vita". Le api si stanno estinguendo e Markus Ihmoof si è messo alla ricerca delle cause. Ci sono due immagini che colpiscono in questo magnifico documentario, alieno da qualsiasi tentazione didascalica: da una parte, i cinesi costretti a impollinare a mano gli alberi; dall'altra la decapitazione di un'ape regina, rea di essersela spassata un po' troppo con fuchi di un'altra specie. In quelle due immagini ci sono due mondi contrapposti: l'uno erede di una serie di sciocchezze che hanno di fatto eliminato le api dal territorio, ossia quegli insetti grazie ai quali viene impollinato un terzo del cibo che finisce sulle nostre tavole. Siccome i passeri mangiavano i cereali destinati agli uomini, furono uccisi in massa; mancando i passeri, batteri e parassiti si moltiplicarono a dismisura e il rimedio furono i pesticidi, che eliminarono le api. Ecco perché oggi i cinesi devono impollinare a mano i loro alberi da frutto. L'altro è un mondo che ama quegli animali, se ne prende cura, conosce la loro importanza e sa cosa significa l'incrocio inopportuno tra specie, che dal Brasile ha generato le api assassine. Pesticidi, acari, antibiotici, endogamia, stress da trasporto: sono questi gli elementi che, tutti insieme, spiegano la moria delle api. È il successo della civilizzazione, che ha trasformato questi insetti in animali domestici, li ha sottoposti allo sfruttamento intensivo (fanno impressione le immagini degli stabilimenti industriali che producono miele) e se n'è dovuta fare scudo (all'opposto, gli apicoltori vecchia maniera non indossano mai le tute).
Documentario imperdibile, girato con tecniche di ripresa sopraffine che richiamano quelle usate in Microcosmos e Il popolo migratore, ricchissimo di informazioni e di immagini incantevoli (stupefacenti quelle dall'interno degli alveari, con le teste delle api a pieno schermo), che, dalla danza per indicare una nuova fonte di cibo alla costruzione dei favi, restituiscono l'idea dell'intelligenza collettiva di questi utilissimi animali.    

giovedì 6 marzo 2014

Sole a catinelle

anno: 2013       
regia: NUNZIANTE, GENNARO
genere: comico
con Checco Zalone, Robert Dancs, Miriam Dalmazio, Aurore Erguy, Marco Paolini, Pietro Valsecchi, Angie Alexander, Sandra Toffolatti, Alessandro Bressanello, Claudia Brovedani, Corina Negut, Andrea Righi
location: Italia
voto: 5,5

Durante una festa di gente ultrafacoltosa a bordo piscina, Checco, capitato lì per gli azzardi del caso, chiama i due camerieri: "Philip!", "Pino!". E al figlio (Dancs) che gli spiega che a scuola gli è stato insegnato il rispetto per il diverso, si rincuora quando capisce che l'esempio è riferito all'omosessuale e non al comunista. È una comicità di grana grossa quella che ha portato Checco Zalone a polverizzare ogni precedente record di incassi al cinema, facendone un fenomeno sociologico tutt'altro che irrilevante. Sicché ciò che più interessa non è l'inesistente formato cinematografico né la sceneggiatura a sketch, bensì le possibili ragioni di una così totale presa sul pubblico di massa. Innanzitutto la forma: una trama che non ha nulla di impegnativo, un road movie che racconta la vacanza di un genitore, venditore di aspirapolveri inebetito dal consumismo, col figlio di dieci anni. Poi i contenuti: ed è qui che il copione di Medici/Zalone e Nunziante fa bingo. I dialoghi sono la quintessenza del cerchiotottismo, riescono a essere politicamente scorretti conservando un alone di ambiguità che rende difficile, in assenza di mezzi adeguati, carpire la direzione del messaggio, che finisce con l'andare bene per chiunque, mescolando le bandiere della CGIL con le stilettate agli evasori con lo yacht. Che poi il film abbia ritmo, che l'ennesimo titolo meteorologico (dopo Cado dalle nubi e Che bella giornata) sia efficacissimo ed ottimista, capace di sovvertire il luogo comune, e che Zalone, con la sua calata vernacolare, il suo fisico tutt'altro che atletico - e quindi altamente rassicurante - e il suo candore da villico che si muove come un elefante in una cristalleria, strappi più volte la risata sono tutti elementi che stanno lì a spiegarne il pieno successo.    

mercoledì 5 marzo 2014

Rush

anno: 2013   
regia: HOWARD, RON  
genere: biografico  
con Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Pierfrancesco Favino, David Calder, Natalie Dormer, Stephen Mangan, Christian McKay, Alistair Petrie, Julian Rhind-Tutt, Colin Stinton, Jamie de Courcey, Augusto Dallara, Ilario Calvo, Patrick Baladi, Vincent Riotta, Martin Savage, Jamie Sives, Simon Taylor, Robert Christopher Austin, Tom Wlaschiha, Cristian Solimeno, James Norton, Joséphine de La Baume, Geoffrey Streatfield, Julien Vialon, Douglas Reith, Polly Furnival, Brooke Johnston, Hannah Britland, Lisa McAllister, Hans-Eckart Eckhardt, Vanessa Zachos, Xavier Laurent, Val Jobara, Zack Eisaku Niizato, Akira Koieyama, Klaus D. Mund, Folker Banik, Andreas Engelmann, Jochen Kolenda, Roger Nevares, Vanda Dadras, Raffaello Degruttola, Luca Zizzari, Alastair Caldwell, Alan Bayer, Joe Ferrara, Bob Constanduros, Christian Feist, Marco Canadea, Eiji Mihara, Demetri Goritsas, Jay Simpson, Philippe Spall, Erich Redman, Marcello Walton, Masashi Fujimoto, Rob Cavazos, Paolo Barone, Francesco Fronte, Morris Minelli, Luca Naddeo, Marco Napoli, Christian Stelluti, Scott Hopkins, Matthew Watkinson, Anthony Wolfe, Jeremy Wolfe, Mark Postgate  
location: Austria, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna, Sud Africa, Usa
voto: 8,5

Avversari fin dai tempi in cui entrambi correvano in Formula 3, l'inglese James Hunt (Hemsworth) e l'austriaco Niki Lauda (Brühl) rappresentarono l'anima dionisiaca e quella apollinea della formula 1. Tanto assentato di vita, comunicativo e imprudente l'uno, quanto razionale, misantropo e scostante l'altro, i due si diedero battaglia per buona parte degli anni '70, Hunt con la McLaren, Lauda con la Ferrari. Il clou, in un campionato mondiale che vedeva primeggiare Lauda di parecchi punti, fu il tragico incidente di Nürburgring, in Germania, che sfigurò per sempre la faccia del pilota austriaco. Lauda non si diede per vinto e dopo appena una quarantina di giorni tornò in pista, fino alla rocambolesca sfida per l'ultimo Gran Premio che lui e Hunt corsero da rivali, in Giappone, in condizioni atmosferiche impossibili.
Ron Howard filma magnificamente un'epopea passata alla storia, la vicenda incredibile di due uomini agli antipodi, realizzando un blockbuster ad altissima tensione nel quale un merito non secondario lo hanno i truccatori che sono riusciti a rendere così simile al vero il volto di Lauda. Già allora si capiva come andavano le cose: quando girano così tanti soldi, puoi aspettare di sapere chi ha vinto un titolo mondiale anche quando ormai i piloti hanno tagliato il traguardo da un pezzo.    

lunedì 3 marzo 2014

Ore disperate

anno: 1955   
regia: WYLER, WILLIAM 
genere: thriller 
con Humphrey Bogart, Fredric March, Arthur Kennedy, Martha Scott, Dewey Martin, Gig Young, Mary Murphy, Richard Eyer, Robert Middleton, Alan Reed, Bert Freed, Ray Collins, Whit Bissell, Ray Teal 
location: Usa
voto: 7,5

Tre uomini evadono dalla prigione e si rifugiano con la forza nella casa di una tranquilla famiglia borghese. Tra mosse e contromosse del capobanda (Bogart) e del capofamiglia (March), la contesa andrà avanti in una crescendo di suspense fino all'arrivo della polizia.
Tratto da un romanzo di Joseph Hayes che divenne anche un testo teatrale, il film di William Wyler è un saggio di come si possa fare cinema con una sceneggiatura solida e mezzi scarni. Vista a distanza, dall'opera escono anche le pecche, a cominciare dalle scene d'azione davvero poco credibili. Ma ancora più incredibile è la netta dominante patriarcale e maschilista che il film tradisce: le donne sono soltanto delle isteriche che intralciano le sagaci intuizioni degli uomini in contesa.
Nel 1990 Michael Cimino ne girò un remake con Mickey Rourke.