mercoledì 21 settembre 2011

Marcello, una vita dolce

anno: 2006   
regia: CANALE, MARIO * MORRI, ANNAROSA  
genere: documentario  
con Marcello Mastroianni, Barbara Mastroianni, Chiara Mastroianni, Armando Trovaioli, Ettore Scola, Philippe Noiret, Lina Wertmuller, Mario Monicelli, Alfredo Bini, Claudia Cardinale, Giuseppe Rotunno, Anouk Aimee, Luigi Magni, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Giovanna Cau, Jean Sorel, Angela Anzimani, Roberto Faenza, Giuseppe Tornatore, Sergio Rubini, Francesca Archibugi, Sandrine Bonnaire, Suso Cecchi D'Amico, Vittorio Taviani, Nicoleta Ercole, Tonino Guerra; voce narrante di Sergio Castellitto  
location: Italia
voto: 5,5

Bello, bravo, bis. Marcello Mastroianni è stato questo e moltissimo altro: innanzitutto uno smisurato contenitore di talento. Ma anche un antidivo semplice e schivo, umile, umanissimo. Il documentario girato da Annalisa Morri e Mario Canale a 10 anni dalla morte ne celebra i (pochi) vizi e le (moltissime) virtù in un affresco piuttosto ordinario, nel quale a farla da padrone sono le testimonianze, rilasciate per l'occasione o montate ad arte dai filmati di repertorio, dei moltissimi grandi che hanno lavorato con lui: da Fellini, che nel Marcello nazionale ebbe un vero e proprio alter ego, a Visconti, da Tornatore alla Archibugi, passando per le due figlie avute da Flora Carabella e Catherine Deveuve, e poi Liliana Cavani, Germi, Scola, Monicelli, Rubini. Ne esce il ritratto di un attore capace di faticare moltissimo sul set ma pigro nella vita, con la fissazione per il telefono, elegante, molto amante delle donne e con un'attitudine al canto mai espressa fino in fondo. La voce off di Castellitto, che episodicamente entra nel campo visivo, raccorda un materiale raccolto senza grande originalità, che lascia pochissimo spazio alle doti d'attore del mattatore di Isola Liri.    

domenica 18 settembre 2011

Piccoli equivoci

anno: 1988   
regia: TOGNAZZI, RICKY  
genere: commedia  
con Sergio Castellitto, Nancy Brilli, Pino Quartullo, Nicola Pistoia, Lina Sastri, Roberto Citran  
location: Italia
voto: 6

Paolo (Castellitto) ama Francesca (Sastri) che si è messa con Piero (Quartullo), che non conosce Sophie (Brilli), che sta con Giuliano (Citran) che è amico di Paolo che pensa che Francesca lo abbia tradito con Giuliano ma che invece lo ha tradito con Enrico (Pistoia) che è amico anche lui di Paolo. Lo so, non si è capito nulla. E infatti conta ben poco la "trama" di questo film piccolo piccolo come la sua durata e l'ambiente (una casa) dove è girato integralmente, tratto dall'omonima commedia teatrale scritta da Claudio Bigagli. Contano invece le dinamiche di questi trentacinquenni in crisi, tutti gravitanti intorno al mondo del cinema. Preso per il suo valore strettamente cinematografico, il film non è altro che una commedia garbata interpretata da attori naturali e credibili. Visto in retrospettiva, è invece un film-rivelazione, uno di quelli che, insieme a Sembra morto ma è solo svenuto e pochi altri, segnò l'alba di quell'interminabile stagione sociale che sarebbe confluita nella modernità liquida e il momento topico della chiusura del nostro cinema nello spazio placentare delle mura domestiche.
David 1990 per il miglior regista esordiente (Ricky Tognazzi) e la migliore attrice non protagonista (Nancy Brilli).

sabato 17 settembre 2011

Il debito (The debt)

anno: 2011       
regia: MADDEN, JOHN  
genere: thriller  
con Helen Mirren, Sam Worthington, Jessica Chastain, Jesper Christensen, Marton Csokas, Ciarán Hinds, Tom Wilkinson, Romi Aboulafia, Alexander E. Fennon, Nitzan Sharron  
location: Israele, Germania, Ucraina
voto: 8

Freud diceva che i medici non sono altro che dei sadici che sono riusciti a canalizzare correttamente i loro impulsi. A qualcuno, come al famigerato chirurgo di Birkenau (Christensen), la cosa è riuscita particolarmente bene, visti i suoi esperimenti irriferibili sugli ebrei durante il nazismo. Nel 1967 tre membri del servizio segreto israeliano partono in missione per Berlino, dove l'uomo continua indisturbato a esercitare la sua professione, per catturarlo e farlo processare in Israele. Trent'anni dopo la figlia di due di quei tre agenti scrive un libro che ricostruisce quella missione. Ma la verità è un'altra…
Remake del film israeliano Ha-Hov di Assaf Bernstein, inedito per il pubblico italiano, Il debito è un thriller spionistico di ottima fattura, capace di muoversi in perfetto equilibrio tra due piani temporali e servito da un cast all'altezza. I numerosi colpi di scena, la tensione costante e il triangolo amoroso fanno del film di Madden una delle sorprese di questa stagione cinematografica.    

venerdì 16 settembre 2011

Carnage

anno: 2011       
regia: POLANSKI, ROMAN
genere: commedia
con Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly
location: Usa
voto: 7,5

Lo sapevamo dai tempi di Rosemary's baby e L'inquilino del terzo piano: tra le mura domestiche possono annidarsi i sentimenti più gretti e belluini. Roman Polanski sembra volercelo ribadire portando sullo schermo la pièce di Yasmina Reza, tornando al cinema di impronta teatrale che avevamo già visto ne La morte e la fanciulla. Due adolescenti si picchiano in un parco di New York. I quattro genitori si incontrano per un accordo cordiale che, col passare dei minuti, degenera in una zuffa di tutti contro tutti. Tra commedia e dramma, momenti esasperati come quello del vomito sul tavolo inzeppato di libri d'arte ed altri esilaranti, il dio del massacro (questo il titolo originale della commedia teatrale) miete vittime a suon di giochi di alleanze e controalleanze, insofferenza reciproca, nichilismo, banalità del bene e sadismo. Polanski - servito da un cast da standing ovation - ci squaderna davanti il cinismo e l'ipocrisia della cosiddetta gente perbene, mantenendo sempre altissima la tensione. Tra chi alza troppo il gomito, chi se ne infischia del dolore della figlia e fa sparire un criceto, chi specula su farmaci che provocano pesanti effetti collaterali e chi si ripulisce la coscienza scrivendo saggi sul Darfur, i caratteri sono perfettamente definiti, le dinamiche iperrealiste, i tic di ciascuno - a cominciare da un Christoph Waltz phone-addicted che batte gli altri ai punti - plausibilissimi e motivo di trovate al alto tasso umoristico.    

giovedì 15 settembre 2011

A domani

anno: 1999   
regia: ZANASI, GIANNI 
genere: grottesco
con Stefania Rivi, Andrea Corneti, Wilson Saba, Paolo Sassanelli, Mimmo Mancini, Lorenzo Viaconzi, Umberto Fraschini, Cordelio Sacco, Cesare Bocci, Aurora Cretaro, Nicola Degli Espositi 
location: Italia
voto: 2

4 anni dopo il delicato e convincente esordio avvenuto con Nella mischia, Gianni Zanasi continua a mantenere al centro dei suoi interessi, come farà anche in seguito, l'adolescenza. Il protagonista di A domani è un quindicenne di Vignola (Corneti), nel modenese, che con i suoi sogni ad occhi aperti scansa l'ordinarietà della vita di provincia. Quando viene a sapere che la sorella (Rivi), maggiore di due anni, ha progettato una fuitina a Bologna in occasione del Motor Show, la segue e, agli stand, si spaccia per il figlio di un grosso nome della Formula Uno.
Suscita simpatia questo piccolissimo, infinitesimale film di Zanasi, tanto è sgangherato e senza senso, tanto sono improbabili le situazioni che mette in scena, tanto sono sconnessi, banali  e vuoti i dialoghi. Se non merita la bocciatura completa è soltanto perché qualche produttore ha avuto il coraggio di investirci dei soldi: ma non siamo neppure a livello di cinema amatoriale.    

lunedì 12 settembre 2011

Che bella giornata

anno: 2010       
regia: NUNZIANTE, GENNARO
genere: comico
con Checco Zalone, Isabelle Adriani, Nabiha Akkari, Michele Alhaique, Matteo Reza Azchirvani, Anna Bellato, Caparezza, Annarita del Piano, Rita del Piano, Luigi Luciano, Mehdi Mahdloo, Ivano Marescotti, Rocco Papaleo, Michele Salvemini, Tullio Solenghi, Hossein Taheri
location: Italia
voto: 5

Luca Medici, alias Checcho Zalone, è il Re Mida dei botteghini, il fenomeno da blockbuster assicurato e le ragioni non sono difficili da capire. Il personaggio che incarna rappresenta, al tempo stesso, la scaltrezza e la dabbenaggine tipica dell'italiano medio, quello che ha in tasca il diploma di scuola superiore e una cultura da terza elementare. In più, Zalone si incapsula perfettamente in quella zona liminare tra ignoranza delle regole, nepotismo e opportunismo divertito che fa di gran parte degli italiani un riconosciuto popolo di cialtroni. Dopo il successo di Cado dalle nubi, Medici/Zalone torna a sdoganare l'italiano medio del duemila incarnando i panni di un aspirante all'arma dei Carabinieri, costretto a ripiegare - grazie a una raccomandazione - su un posto di vigilante presso il Duomo di Milano. All'ombra della Madonnina, Checco viene circuito da una ragazza araba (Akkari), che vorrebbe approfittare dell'ingenuità del ragazzo per far scoppiare un ordigno nel centro meneghino.
Prototipo del truzzo meridionale, al comico pugliese vanno riconosciuti una buona capacità di scrittura (sua la sceneggiatura) e di entrata nel personaggio e un certo acume antropologico . Più che suscitare risate, il film, che pure ha un buon ritmo, fa sorridere, e la gag con Ratzinger, sulla scena di chiusura, da sola vale il prezzo del biglietto.    

domenica 11 settembre 2011

Banditi a Milano

anno: 1968   
regia: LIZZANI, CARLO 
genere: gangster 
con Gian Maria Volonté, Don Backy, Ray Lovelock, Enzo Sancrotti, Piero Mazzarella, Laura Solari, Tomas Milian, Carla Gravina, Agostina Belli, Peter Martell, Margaret Lee, Luigi Rossetti, Totò Ruta, Evi Rossi Scotti, Enzo Fisichella, Gianni Bortolotto, Pupo De Luca, Ida Meda, Maria Rosa Sclauzero, Umberto Di Grazia, Turi Ferro, Giovanni Ivan Scratuglia, Enzo Consoli, Gianni Pulone 
location: Italia
voto: 7

Milano, settembre 1967: 4 rapinatori guidati da Piero Cavallero (Volontè) seminano il panico per la città dopo avere compiuto una serie di rapine. La polizia li insegue e loro si mettono a sparare all'impazzata, colpendo più di un passante. Consuntivo pessimo: 4 morti e decine di feriti. Appena 7 mesi dopo Carlo Lizzani gira un instant-movie su quei fatti che scossero profondamente la città, raccontandoli in un film adrenalinico a metà tra fiction e inchiesta sociologica. Ne esce un ritratto ben dettagliato e grintoso sulla violenza belluina di quegli anni, con più di qualche concessione al poliziottesco di serie B e con un Volontè che gigioneggia esageratamente.    

sabato 10 settembre 2011

Contagion

anno: 2011       
regia: SODERBERGH, STEVEN
genere: fantascienza
con Marion Cotillard, Matt Damon, Laurence Fishburne, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Bryan Cranston, Jennifer Ehle, Sanaa Lathan, Dan Latham, Armin Rohde, Elliott Gould, Demetri Martin, Stef Tovar, Sanjay Gupta, Enrico Colantoni, John Hawkes, Kara Zediker, Brian J. O'Donnell, Dan Aho, Anna Jacoby-Heron, Griffin Kane, Monique Gabriela Curnen, Grace Rex, Rebecca Spence, Larry Clarke, Chin Han, Chui Tien You
location: Usa
voto: 5,5

Cosa accadrebbe se una pandemia si diffondesse a macchia d'olio in tutto il mondo, veicolata da un semplice contatto fisico come una stretta di mano? Dopo i tanti film sul genere (da Andromeda e Cassandra Crossing a Virus letale e 28 giorni dopo), una risposta in chiave quasi documentaristica, fin troppo spiegata, cerca di darcela Steven Soderbergh, che continua ad alternare mega-produzioni all-stars come questa a piccoli lavori indipendenti. Con un incedere canonico - la scansione del racconto è dettata dal crescere dell'allarme al passare dei giorni - Contagion racconta l'inevitabile trafila: il tentativo di contenimento dell'allarme sanitario, la ricerca del vaccino, il panico della popolazione, i saccheggi e lo sciacallaggio, gli interessi subdoli delle case farmaceutiche, il solito blogger d'assalto che fa controinformazione. Perfetto per un documentario da dieci minuti su Superquark. Troppo - per quanto girato, fotografato, montato e interpretato a meraviglia - per un lungometraggio ultradidascalico.    

venerdì 9 settembre 2011

Super 8

anno: 2011       
regia: ABRAMS, J.J.
genere: fantascienza
con Joel Courtney, Kyle Chandler, Elle Fanning, Riley Griffiths, Ryan Lee, Gabriel Basso, Zach Mills, Jessica Tuck, Joel McKinnon Miller, Ron Eldard, Amanda Michalka, Jade Griffiths, Britt Flatmo, Andrew Miller (III), Jakob Miller, Glynn Turman, Noah Emmerich, Amanda Foreman, David Gallagher, Brett Rice, Michael Giacchino, Beau Knapp
location: Usa
voto: 8

Sarà che lo hanno portato troppo spesso a mangiare da McDonald, ma stavolta E.T. è tornato ed è molto, molto arrabbiato. Tutto dipende dal fatto che non riesce a rientrare sul suo pianeta, perché gli umani glielo impediscono dal 1958, anno in cui precipitò sulla Terra. Siamo in una cittadina dell'Ohio dove, nel 1979, cominciano a succedere cose strane. Un gruppo di ragazzini che sta girando uno zombie-movie in super 8 possiede la verità nella pellicola: si tratta del filmato relativo al contenuto di un treno clamorosamente scontratosi con un'automobile in viaggio sulle rotaie. Le autorità statali e militari conoscono bene i fatti ma vogliono occultarli alla popolazione.
Con Steven Spielberg, nei panni di deus-ex-machina e di produttore, il film diretto dal regista dell'ultimo episodio di Mission impossible nonché di Star Trek e della fortunata serie televisiva Lost macina stereotipi a gogò: dalla bella rapita dalla bestia al bambino orfano, la famiglia disfunzionale, il padre ubriacone, ci sono melassa e cliché per tutti i palati. Per chi invece si accontenta degli effetti speciali, di una discreta quota di tensione e di uno scimmiottamento de La guerra dei mondi, il film sarà una garanzia: uscirà dal cinema certamente sazio. Ciliegina sulla torta: il filmino in super 8 sui titoli di coda. Vietato uscire dalla sala prima di averlo visto.    

mercoledì 7 settembre 2011

Sbatti il mostro in prima pagina

anno: 1972   
regia: BELLOCCHIO, MARCO    
genere: drammatico    
con Gian Maria Volonté, Corrado Solari, Fabio Garriba, Laura Betti, Jacques Herlin, John Steiner, Carla Tatò, Jean Rougeul, Enrico Dimarco, Gisella Burinato, Gerard Boucaron, Marco Bellocchio, Michel Bardinet, Ignazio La Russa    
location: Italia
voto: 7

Visto quarant'anni dopo, Sbatti il mostro in prima pagina fa davvero impressione: esordisce con un comizio di Ignazio La Russa, che qualche decennio più tardi sarebbe diventato Ministro della Repubblica, e si impernia sulla collusione tra potere politico e Il giornale. Avete capito bene: non un giornale, ma Il giornale. Il film-teorema del militante Bellocchio - che ha ereditato il testimone della regia dopo l'abbandono di Sergio Donati per divergenze col protagonista - scoperchia gli abusi del potere partendo da un ordinario fatto di cronaca: una ragazza viene trovata morta nella periferia milanese. Un giornalista senza scrupoli (Volontè), che ha amicizie importanti a Palazzo, coglie al volo l'occasione per creare "il mostro" ad arte, un ragazzo della sinistra extraparlamentare del tutto estraneo ai fatti che viene incriminato grazie alla testimonianza - ottenuta con un raggiro - di una povera zitella (una strepitosa Laura Betti).
La storia d'Italia rimane immobile, la strategia della tensione sembra non aver mai fine e il coraggio di affrontare tematiche scomode come questa facendo nomi e cognomi non ce l'ha più nessuno. Tanto di cappello, dunque, a Bellocchio, che pur inciampando in qualche schematismo e macchiettiamo di troppo e in un'agnizione banalizzata, firma una lezione politologica su come funzionano le stanze del potere.

domenica 4 settembre 2011

Cose dell'altro mondo

anno: 2011       
regia: PATIERNO, FRANCESCO
genere: commedia fantastica
con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Grazia Schiavo, Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan, Riccardo Bergo, Sergio Bustric, Fulvio Molena, Laura Efrikian, Fabio Ferri
location: Italia
voto: 4

Non c'è verso: la commedia italiana non ce la fa proprio a uscire dai più vieti stereotipi. Sia che parli di politica (Qualunquemente), di scuola (Genitori & figli; Immaturi), di lavoro (Senza arte né parte; Generazione mille euro; C'è chi dice no), essa sembra voler ricalcare a forza gli stilemi della semplificazione a beneficio del pubblico televisivo, inzeppata com'è di macchiette e cliché. Non fa eccezione questo terzo film di Francesco Patierno, regista in cerca di identità che cambia registro ad ogni occasione, e che qui traduce su pellicola uno spunto di Sergio Arau (Un giorno senza messicani). La storia è quella di un imprenditore veneto fieramente razzista (Abatantuono), che usa una tv privata per le sue giaculatorie contro gli immigrati, invocando la loro sparizione dal territorio. Il giorno in cui ciò accade davvero la cittadina (il film è girato tra Bassano del Grappa e Treviso), e con essa il resto d'Italia, va in panne: non si trovano più badanti né operai, le pompe di benzina diventano oggetto di sciacallaggio e le carceri si svuotano.
Lo spunto fantapolitico non basta a colmare un vuoto di idee e la ridda di banalità che ne segue. Battute fiacche, plot narrativo arrancante, attori al minimo sindacale, con la solita eccezione di un Mastandrea che sovrasta tutti e Abatantuono che sembra non aver capito che il set dove lavora non è quello dei Vanzina.    

venerdì 2 settembre 2011

Ruggine

anno: 2011       
regia: GAGLIANONE, DANIELE
genere: drammatico
con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino, Giampaolo Stella, Giuseppe Furlò, Giulia Coccellato, Giacomo Del Fiacco, Leonardo Del Fiacco, Annamaria Esposito, Alessia Di Domenica, Giulia Geraci, Michele De Virgilio, Anita Kravos, Giuseppe Vitale, Cristina Mantis
location: Italia
voto: 2

Il Mystic river dei poveri - tratto dal romanzo di Stefano Massaron - si svolge a Torino, periferia-periferia-periferia (casomai qualcuno non lo avesse capito dopo una cinquantina di inquadrature da ogni angolazione possibile), anno di grazia 1977 (casomai qualcuno non lo avesse capito sentendo snocciolare la formazione del Toro campione d'Italia, quello di Pulici e Graziani). Qui un gruppo di ragazzini, per lo più figli di immigrati, è testimone dello stupro e dell'assassinio di una di loro. Nessuno ne fa parola con gli adulti, nella convinzione di non essere creduto, giacché l'omicida-pedofilo-stupratore è lo stimato dottor Boldrini (un Filippo Timi come sempre sopra le righe). Anni dopo, i ragazzi che furono testimoni di quella esperienza vivranno ancora nei tumulti emotivi di quel ricordo terribile.
C'è sempre la periferia del capoluogo piemontese, ci sono sempre storie estreme di disagio metropolitano, c'è sempre la figura del diverso, c'è sempre la musica acidissima a supporto delle immagini nei film di Daniele Gaglianone (Nemmeno il destino, Pietro), regista che pretende di prendere la patente come Grande Autore declinando in tutte le salse il suo cinema della disperazione. Non basta impartire allo spettatore un'intera seduta di scrutini, una girandola interminabile di giochi di Stefano Accorsi con il figlioletto né basta la ricerca dell'effetto visivo a tutti i costi - dalla ripresa dell'ombra sul muro, che didascalicamente segnala la presenza dell'uomo nero, ai continui fuori fuoco - per entrare nell'Olimpo del cinema, perché con film del genere si rischia piuttosto la pedata dall'ingresso di servizio.
Mastandrea, sprecatissimo, vola molte spanne sopra tutti gli altri. Bambini inguardabili: ma Gaglianone non ha mai visto Polanski e De Sica?