domenica 29 marzo 2009

Machan - La vera storia di una falsa squadra

anno: 2008   
regia: PASOLINI, UBERTO  
genere: commedia  
con Dharmapriya Dias, Gihan De Chickera, Dharshan Dharmaraj, Namal Jayasinghe, Sujeewa Priyalal, Mohamed Adamaly, Pubudu Chathuranga, Christian Ebert, Dayadewa Edirisinghe, Malini Fonseka, Theertham Muthiah Ganeshan, Sanjaya Hettiaratchchi, Lalith Janakantha, Nino Jayakodi, Sarath Karunaratne, Vajira Kodituwakku, Dilip Kumara Koralage, Mangala Pradeep Kumara, Sitha Kumari, Ravi Kumar, Hemasiri Liyanage, Saumya Liyanage, Peer Martiny, Stefan Mehren, Ruwan Malith Peiris, Mahendra Perera, Chathurika Pieris, Pradeepan Puwabalasingham, Janaka Ranasinghe, Ronika Rannetthi, Achim Schelhas, Pitchchei Selvaraj, S. Selvsekaran, Jayani Senanayake, Irangani Serasinghe, Kumara Thirimadura  
location: Sri Lanka
voto:5

Non riuscendo a ottenere il visto per andare in Germania a cercarsi un lavoro, un gruppo di ragazzi dello Sri Lanka improvvisa una nazionale di pallamano sfruttando l'opportunità di un torneo in fase di organizzazione. Una volta in Germania, questa Armata Brancaleone asiatica perderà miseramente una partita dietro l'altra, innescando inevitabili sospetti da parte delle autorità giudiziarie.
Esordio dietro la macchina da presa per Uberto Pasolini che porta in scena una storia vera accaduta nel 2004. Siamo in quella zona liminare tra Fuga per la vittoria e la commedia multietnica che, in questo come in altri casi, non riesce a tenersi pienamente alla larga da qualche clichè. L'opera è garbata e graziosa, gli ambienti degli slum di Colombo sono ritratti con sensibilità antropologica ma il flusso narrativo, nel complesso, sa di già visto.    

venerdì 27 marzo 2009

Il primo giorno d'inverno

anno: 2009       
regia: LOCATELLI, MIRKO  
genere: drammatico  
con Lorenzo Pedrotti, Michela Cova, Mattia De Gasperis, Giuseppe Cederna, Andrea Semeghini, Teresa Patrignani, Alberto Gerundo, Alex Rogora  
location: Italia
voto: 4

Turlupinato dai compagni di scuola e da quelli di nuoto per via del suo carattere introverso e delle sue inclinazioni omosessuali, Valerio (Pedrotti) - un adolescente che vive nella pianura Padana con la sorellina e una madre inaccessibile e distratta - trova il modo per passare al contrattacco, minacciando i due ragazzi che lo vessano.
Al suo primo  lungometraggio Mirko Locatelli adotta uno stile dichiaratamente autoriale in accompagnamento a una cifra narrativa minimalista, giocata soprattutto sulle atmosfere e sui corpi. Allo spettatore non viene risparmiato neppure uno dei chilometri che il protagonista percorre incessantemente sul motorino o delle flessioni che ripete quotidianamente nel chiuso della sua stanza, in linea col cinema di Tarkovskj e Angelopoulos nel quale in tempo si dilata fino a dimensioni asfissianti. A dare ulteriore enfasi alla ricerca di un registro da cinema d'essai a tutti i costi contribuiscono i toni gravi della musica per violoncello di Giovanni Sollima, il borbottio imploso del protagonista e le atmosfere straniate che aleggiano su tutto il film. Ma la carta dell'omofobia, che costituisce il perno tematico del film, è giocata oculatamente e con una tale gamma di sfumature da tenere il regista a debita distanza dagli stereotipi e da un possibile manicheismo.    

venerdì 13 marzo 2009

Gran Torino

anno: 2009   
regia: EASTWOOD, CLINT   
genere: drammatico   
con Clint Eastwood, Christopher Carley, Bee Vang, Ahney Her, Brian Haley, Geraldine Hughes, Dreama Walker, Brian Howe, John Carroll Lynch, William Hill, Brooke Chia Thao, Chee Thao, Choua Kue, Scott Eastwood, Xia Soua Chang, Sonny Vue, Doua Moua, Greg Trzaskoma, John Johns, Davis Gloff, Thomas D. Mahard, Cory Hardrict, Nana Gbewonyo, Arthur Cartwright, Austin Douglas Smith, Conor Liam Callaghan, Michael E. Kurowski, Julia Ho, Maykao K. Lytongpao, Carlos Guadarrama, Andrew Tamez-Hull, Ramon Camacho, Antonio Mireles, Ia Vue Yang, Zoua Kue, Elvis Thao, Jerry Lee, Lee Mong Vang, Tru Hang, Alice Lor, Tong Pao Kue, Douacha Ly, Parng D. Yarng, Nelly Yang Sao Yia, Marty Bufalini, My-Ishia Cason-Brown, Clint Ward, Stephen Kue, Rochelle Winter, Claudia Rodgers, Vincent Bonasso    
location: Usa
voto: 8   

Rimasto vedovo, Walt Kowalski (Eastwood), veterano con tanto di medaglia al valore per la guerra di Corea ed ex operaio, si ritrova a vivere da solo in un quartiere della provincia del midwest, popolato quasi esclusivamente da asiatici. L'uomo è incattivito dalla vita e tormentato dai ricordi, ringhia ai vicini di casa, ma i suoi pregiudizi razziali verranno meno nel momento in cui si troverà a difendere un ragazzo hmong dalle insolenze e dai soprusi di una gang.
A 78 anni Clint Eastwood continua a snocciolare capolavori. Il suo ingresso nella cinematografia del terzo millennio ha assunto da tempo i contorni di una riflessione morale e civile sull'America, sulle sue contraddizioni, sulla mitografia di una nazione che ha rotto il patto originario con i suoi padri. Non fa eccezione questo piccolo (nella realizzazione) grande (nei risultati) film, nel quale il vecchio Clint assume i panni di un anziano riottoso di fronte alle trasformazioni della contemporaneità eppure capace di farsi carico di una superba lezione morale. Lo stile narrativo è quello classico e misurato del grande regista americano, gli ingredienti inconsueti vanno ricercati in un'inattesa dose umoristica che smorza a tratti la tensione del racconto per calare lo spettatore in una dimensione da commedia, appunti e riflessioni sul confronto tra culture si tengono bene alla larga da banalità e luoghi comuni: quanto basta per rimanere ben saldo fino all'ultimo sul podio dei più grandi registi di tutti i tempi.    

venerdì 6 marzo 2009

The wrestler

anno: 2009       
regia: ARONOFSKY, DARREN 
genere: drammatico 
con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Judah Friedlander, Giovanni Roselli, Todd Barry, Ernest Miller, Gregg Bello, Ron Killings, Wass M. Stevens, Elizabeth Wood, Dylan Keith Summers, Mike Miller, Tom Faria, Andrea Langi, John D'Leo, Vernon Campbell, Mark Margolis 
location: Usa       
voto: 3

Se tra qualche anno dovesse capitarmi di leggere sulle pagine di cronaca dei giornali che gli organizzatori del festival di Venezia sono indagati per truffa, che anche loro hanno un proprio Luciano Moggi, non mi scomporrei minimamente: "Me lo aspettavo", direi. Già, perché davvero non si capisce come - dopo anni di esasperato snobismo - a Venezia gli ultimi premi siamo potuti andare a film come Still Life e Lussuria, fino a quello del 2008, assegnato a The wrestler.
La storia raccontata dal film è quella di un ex campione (Rourke) dello sport da minus habens per eccellenza, il wrestling appunto, a uso e consumo di un pubblico ebefrenico. Vent'anni dopo i fasti che lo portarono alle vette della popolarità, la montagna di carne e muscoli è rimasta sola, arranca per arrivare alla fine del mese e la sua unica compagnia è una lap dancer (Tomei) che esercita in un night club. Quando l'uomo ha un infarto decide di recuperare il rapporto con una figlia (Wood) abbandonata molti anni prima, che di lui però non vuole saperne. I lavoretti di basso cabotaggio gli stanno stretti e allora il campione opta per un ritorno sul ring, pur avendo un by-pass.
Già autore di opere trascurabili (Il teorema del delirio, L'albero della vita, Requiem for a dream), Aronofsky cerca di esibire una cifra autoriale con i soliti trucchi di tendenza: pellicola sgranata, macchina a spalla, sintassi visiva ad hoc, con il protagonista ripreso spessissimo di spalle a sottolineare didascalicamente uno sguardo esterno, che non viene imbrigliato nella finzione della messinscena del wrestling, del quale vengono per l'appunto raccontati i trucchi. Ma in questo lungometraggio fatto di corpi e carne  e basato sull'identificazione tra protagonista e personaggio davvero non c'è altro: sui temi della solitudine, della voglia di riscatto e delle relazioni tra genitori e figli si sono viste cose incommensurabilmente migliori e le due lacrime che scorrono sulla faccia di plastica di Mickey Rourke non sono assolutamente sufficienti a giustificare l'attribuzione al divo della coppa Volpi.
Per l'occasione si è scomodato Bruce Springsteen, voce e chitarra acustica sui titoli di coda.    

lunedì 2 marzo 2009

No direction home

anno: 2005   
regia: SCORSESE, MARTIN 
genere: documentario 
con Bob Dylan, Joan Baez, Allen Ginsberg, Al Kooper, Maria Muldaur, Pete Seeger, Dave Van Ronk 
location: Usa
voto: 6

Da Duluth, la città dell'acciaio, nel Minnesota, ai fasti del palcoscenico: escursione nella carriera di Bob Dylan, con particolare attenzione agli anni della formazione, all'amore per Woody Guthrie, alla contestazione ricevuta sul palco del Festival di Newport per avere esibito una formazione pop. Scorsese raccorda filmati di repertorio, fotografie in bianco e nero di stupefacente bellezza e le testimonianze di chi può ancora dire "Io c'ero!". Un lavoro che gioca soprattutto sull'efficacia del montaggio, tenendosi alla larga da tentazioni didascaliche e mostrando il ritratto di un artista unico, irriverente, determinatissimo ad andare per la sua strada, come documentano assai bene gli stralci delle interviste che rilasciava all'epoca, spesso esilaranti. Per dylanologi accaniti, non per tutti.