giovedì 29 maggio 2008

Il divo. La vita spettacolare di Giulio Andreotti

anno: 2008
regia: SORRENTINO, PAOLO
genere: biografico
con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Piera Degli Esposti, Paolo Graziosi, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo, Fanny Ardant
location: Italia   
voto: 9,5

Leggi "La vita spettacolare di Giulio Andreotti" - il sottotitolo del quarto lungometraggio di Paolo Sorrentino - e ti aspetti Francesco Rosi, o magari Giuseppe Ferrara, o al limite Oliver Stone. Questo napoletano purosangue è invece capace di spiazzarti ancora, andando a firmare un film che sembra un'opera rock su uno dei personaggi più discussi e misteriosi che hanno attraversato indenni le vicende della Prima e della Seconda Repubblica. Il divo (da uno dei tanti appellativi che il politico democristiano per antonomasia si è guadagnato nel corso della sua lunghissima carriera politica) si concentra proprio su quel momento cruciale, quello della formazione del settimo governo Andreotti, alla vigilia del terremoto di Tangentopoli che avrebbe traghettato l'Italia verso la Seconda Repubblica. Sorrentino disegna un profilo a tutto tondo del "Divo Giulio", ricorrendo a una struttura a mosaico che ne mette a fuoco le amicizie poco raccomandabili con i vertici di Cosa Nostra, i rapporti con le gerarchie ecclesiastiche, il coinvolgimento nell'assassinio del giornalista Mino Pecorelli e la posizione assunta in occasione del rapimento Moro. Pari spazio viene concesso all'uomo, oltre che al politico Giulio Andreotti: la fervida pratica religiosa, le emicranie continue, il rapporto con la moglie Livia (Bonaiuto) e la segretaria Enea (Degli Esposti), ma anche la solitudine e gli apoftegmi carichi di cinismo e ironia, come quello secondo cui "bisogna avere amato tanto Dio per capire quanto male ci vuole per ottenere il bene", epitome di un machiavellismo parossistico. Incarnato da un prodigioso Toni Servillo che ne restituisce la postura inamidata e la sardonica opacità espressiva, l'Andreotti di Sorrentino finisce per essere l'icona del male in un film-invettiva che cura sommariamente l'aspetto documentaristico per concentrarsi sul linguaggio visivo. E allora protagoniste del film diventano le strade insolitamente deserte di una Roma spettrale, magnificamente fotografate da Luca Bigazzi, o le stanze damascate del Palazzo, nelle quali corre - con eccezionale potenza metaforica - lo skeateboard carico di tritolo che fu piazzato sotto l'autostrada che passa per Capaci. Immagini talmente ben congegnate ed evocative che fanno di Sorrentino il Kubrick italiano, il padrone assoluto della materia filmica.   

Non c'è più niente da fare

anno: 2008   
regia: BARRESI, EMANUELE  
genere: commedia  
con Rocco Papaleo, Alba Rohrwacher, Paolo Ruffini, Cristina Cirilli, Stefano Filippi, Isabella Cecchi, Fabrizio Brandi, Valeria Valeri, Raffaele Pisu, Andrea Buscemi, Lucia Poli, Carlo Monni, Simone Fulciniti, Paolo Migone, Cristiano Militello  
location: Italia
voto: 5

Perseveranti di nome e di fatto, i membri di una compagnia di teatro amatoriale con sede a Firenze non si lasciano intimidire dall'incombente demolizione del teatro dive operano da anni, destinato essere convertito in una filiale bancaria. Tra accidentati percorsi sentimentali, stramberie, incomprensioni e imprevisti, i Perseveranti riusciranno persino a mobilitare i media e ad evitare la chiusura del piccolo stabile.
Film  minimalista imperniato su piccole situazioni che lasciano sulle quinte una trama appena impressionistica, Non c'è più niente da fare (il titolo si rifa' esplicitamente alla canzone di Bobby Solo) gioca le sue carte migliori sulla simpatia dei protagonisti e l'affiatamento del gruppo. Ma parlare di cinema, in questo caso, è un'iperbole: la regia manca, la sceneggiatura è stropicciata e tutta l'opera finisce col somigliare troppo ai suoi protagonisti dilettanti.    

mercoledì 21 maggio 2008

Chi nasce tondo...

anno: 2007   
regia: VALORI, ALESSANDRO 
genere: commedia 
con Valerio Mastandrea, Raffaele Vannoli, Sandra Milo, Glauco Onorato, Regina Orioli, Anna Longhi, Corrado Fortuna, Tiberio Murgia 
location: Italia
voto: 6,5

Mario (Mastandrea) e Righetto (Vannoli) sono due cugini romani che non si vedono da qualche anno. Entrambi orfani, in comune hanno soltanto la nonna, che è scappata dalla casa di riposo dove alloggiava portandosi via diecimila euro. I due si mettono alla ricerca dell'anziana signora cercando di interecettare le persone che potrebbero saperne qualcosa. E così scoprono che l'arzilla vecchietta, oltre a una fedina penale lunga come le pagine gialle, aveva anche un mucchio di amici.
Da questo spunto tanto esile quanto ingenuo - frutto del lavoro collettivo realizzato dal regista e Mastandrea con la scuola di cinema 'Digital Desk' e un gruppo di studenti di quattro licei romani - prende forma un film in digitale scanzonato, leggerissimo e intelligente che offre ai due protagonisti l'occasione per un tripudio di battute. Gli autori dimostrano di essere cresciuti a cinema e pajata: i riferimenti - impliciti ed espliciti - vanno da Estate romana di Garrone a Qualcuno volò sul nido del cuculo. Si ride moltissimo all'insegna de li mortacci tua, in ossequio a una romanità ruspante, verace e trasteverina che non cede mai il passo alla volgarità, celebrata da due icone del cinema capitolino come Anna Longhi e Glauco Onorato.

martedì 20 maggio 2008

In Bruges - La coscienza dell'assassino

anno: 2007   
regia: McDONAGH, MARTIN 
genere: commedia nera 
con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Ralph Fiennes, Clémence Poésy, Jordan Prentice, Jérémie Renier, Eric Godon, Thekla Reuten, Anna Madeley, Elizabeth Berrington, Sachi Kimura, Inez Stinton, Ciarán Hinds    
location: Belgio
voto: 7

Ray (Farrell) e Ken (Gleeson), due killer professionisti, vengono spediti dal loro capo (Fiennes) da Londra a Bruges, in Belgio. Non hanno idea di cosa debbano fare lì, ammazzano il tempo, caracollano per la città battibeccando sulla bellezza del posto. Ray, che detesta Bruges, in occasione di una delle sue "missioni" ha ucciso accidentalmente un bambino e non sa che il loro capo ha dato al suo socio il compito di ucciderlo. Ma Ken ha anch'egli una coscienza e la vicenda imboccherà strade davvero imprevedibili.
Al suo esordio dietro la macchina da presa, l'irlandese Martin McDonagh firma una commedia nera dal registro insolito e straniato, con bruschi cambiamenti di ritmo, accelerazioni grottesche, scorci onirici, virate granguignolesche. Siamo dalle parti dei Ladykillers dei fratelli Coen (e quindi de La signora omicidi), con l'aggiunta di un'ambientazione magnifica.  La bellissima città medievale immersa nell'acqua che fa da sfondo al film è ritratta con registro da National geographic: inizialmente sembra doversi mangiare la trama ma, con il procedere del racconto, diventa lo scenario ideale del climax narrativo. L'originalità dell'ambientazione si aggiunge così a quella dello stravolgimento dei clichè del gangster movie: stavolta, come recita il sottotitolo, gli assassini hanno una coscienza.    

domenica 18 maggio 2008

Gomorra

anno: 2008   
regia: GARRONE, MATTEO 
genere: gangster 
con Salvatore Abruzzese, Simone Sacchettino, Salvatore Ruocco, Vincenzo Fabricino, Gaetano Altamura, Italo Renda, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Striano, Carlo del Sorbo, Vincenzo Bombolo, Toni Servillo, Carmine Paternoster, Alfonso Santagata, Massimo Emilio Gobbi, Salvatore Caruso, Italo Celoro, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra, Zhang Ronghua, Manuela Lo Sicco, Marco Macor, Ciro Petrone, Giovanni Venosa, Vittorio Russo, Bernardino Terracciano 
location: Italia   
voto: 9

La vicenda di Roberto Saviano è nota a tutti: nel 2006 diede alle stampe Gomorra, un'opera a metà strada tra inchiesta giornalistica, letteratura, saggio e autobiografia. Un diluvio di copie vendute in tutto il mondo, decine di traduzioni e la notorietà internazionale hanno infastidito i clan camorristici di cui si parla nel libro, al punto che lo scrittore napoletano oggi è costretto a vivere sotto scorta, come Salman Rushdie.
Matteo Garrone ha adattato per il grande schermo l'opera originale, smorzando il ritmo sincopato del libro e fermandosi a 5 storie di ordinaria lordura umana raccontate con uno stile degno di Altman. C'è il ragazzino che vuole essere iniziato alla camorra, il sarto di grande talento sfruttato per anni e costretto a vendersi alla concorrenza cinese, l'imprenditore (il solito, impeccabile Toni Servillo) che specula su rifiuti e discariche, due giovani amici affascinati dal crimine e dalle armi e un uomo di mezza età che consegna denaro alle famiglie che collaborano con la camorra. Il film ci porta ancora una volta nei territori di quel cinema estremo che rende unico lo stile del regista romano: la miscela di analisi sociale e tracciato romanzesco dell'originale viene restituita nei termini di una raffigurazione aspra e impietosa della Campania, a metà strada tra documentario e finzione iperrealista. Garrone lascia un segno profondo senza fare sconti: affida il compito della recitazione a molti ragazzi di strada, li lascia esprimere nel loro idioma originale ricorrendo ai sottotitoli, fa parlare inequivocabilmente le immagini di un paesaggio urbano irrimediabilmente degradato (le vele di Scampia, gli orrori architettonici di Secondigliano), usa la cinepresa come un bisturi col quale incidere definitivamente nella nostra memoria l'abisso antropologico metaforizzato dalle discariche dove sono i bambini a guidare i camion e nel quale sta precipitando una parte di umanità ormai senza futuro. Un film importante, a suo modo "definitivo", capace di frullare insieme Tarantino, Altman e Rossellini in una dimensione sociologica implacabile che lascia attonito lo spettatore.

sabato 17 maggio 2008

Bianco e nero

anno: 2008   
regia: COMENCINI, CRISTINA  
genere: commedia  
con Fabio Volo, Ambra Angiolini, Aïssa Mäiga, Eriq Ebouaney, Katia Ricciarelli, Franco Branciaroli, Anna Bonaiuto, Teresa Saponangelo, Awa Ly, Billo, Bob Messini    
location: Italia
voto: 1  

Carlo (Volo) ed Elisa (Angiolini) sono una coppia di trentacinquenni che vivono a Roma. Lui ha una impresa di computer, lei si occupa di diritti dei popoli africani. Il matrimonio in stile Mulino Bianco rischia di naufragare quando Carlo conosce Nadine (Mäiga), una bellissima donna di colore, moglie di un collega di Elisa (Ebouaney). A quel punto le convinzioni di Elisa contro la discriminazione razziale sembrano traballare insieme al matrimonio.
Il nono film di Cristina Comencini si inserisce sul solco di opere insigni come Indovina chi viene a cena, aggiornandolo all'epoca della globalizzazione. Ma i risultati non potrebbero essere più lontani da antesignani tanto blasonati: l'ambientazione altoborghese è irritante, i dialoghi sono miseri, i tempi delle battute sbagliati, la recitazione svogliata e su tutto aleggia la retorica spicciola sul tema razzismo. Bianco e nero è un filmetto di impronta televisiva (non caso i due protagonisti vengono da lì), che strizza l'occhio a quel populismo secondo cui la discriminazione - in fondo - è un fatto ineluttabile e le nostre preoccupazioni di bianchi con la pancia piena sono ipocrite perdite di tempo. L'unica via possibile, sembra suggerire il frettoloso finale, è la scintilla dell'amore. Inguardabile.    

giovedì 1 maggio 2008

Into the wild - Nelle terre selvagge

anno: 2008   
regia: PENN, SEAN  
genere: avventura  
con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian H. Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook, Jim Gallien, James Joseph O'Neil, James J. O'Neill, Malinda McCollum, Paul Knauls, Zach Galifianakis, Craig Mutsch, Jim Beidler, John Decker, John Hofer, Jerry Hofer, Terry Waldner, Robin Mathews, Candice Campos, Steven Wiig, Thure Lindhardt, Signe Egholm Olsen, Floyd Wall, Bryce Walters, Jim Davis, Cheryl Francis Harrington, R.D. Call, Haley Ramm, Merritt Wever, Everett 'Insane Wayne' Smith, John Jabaley, Leonard Knight, Matt Contreras, Denise Sitton, Bart the Bear  
location: Usa   
voto: 5,5

A Chris McCandless (Hirsch) non è bastata una laurea a pieni voti per sedare la rabbia nei confronti dei genitori in lite perenne e votati al consumismo più bieco. Ribelle e radicale nelle sue scelte, Chris decide di piantare tutti in asso: al diavolo le carte di credito e i soldi, la felicità lo attende in un lungo viaggio fatto con ogni mezzo (a piedi, in autostop, sul kayak, nel vagone merci di un treno), dal West Virginia fino al Messico e poi su verso l'Alaska, dove spera di poter arrivare a una rinascita interiore.
Articolato secondo i capitoli della biografia di una seconda vita a scandire le diverse tappe del viaggio, il film di Sean Penn ricostruisce una storia vera che è una parabola sull'anticonsumismo più radicale. Ma il film indugia troppo su una rappresentazione della natura da dépliant turistico, contrappuntato dalla voce fuori campo della sorella del protagonista, un tripudio di retorica che fa a pugni con la sobrietà ascetica che è la meta del protagonista. Episodi giustapposti un po' a caso, prolissità narrativa e qualche compiacimento in fase di regia rendono ancora più artificiale un film nel quale il rapporto con la natura assurge a mero teorema. Magnifiche le musiche di Michael Brook, intervallate da qualche canzone del front man dei Pearl Jam, Eddie Vedder.