sabato 25 ottobre 2003

Caterina va in città

anno: 2003   
regia: VIRZÌ, PAOLO   
genere: commedia   
con Sergio Castellitto, Margherita Buy, Alice Teghil, Claudio Amendola, Silvio Vannucci, Galatea Ranzi, Flavio Bucci, Federica Sbrenna, Carolina Iaquaniello, Maurizio Costanzo, Michele Placido, Roberto Benigni    
location: Italia
voto: 6   

Costretta dal trasferimento del padre (Castellitto), insegnante di ragioneria, a spostarsi da Montalto di Castro a Roma, per la 13enne Caterina (Teghil) l'arrivo nella Capitale si trasforma in una sorta di discesa negli inferi. Iscritta in una scuola centralissima della città, Caterina socializza con una fauna adolescente che riveste cliché a raffica: c'è la figlia destrorsa del sottosegretario che gira accompagnata dall'autista, quella stile no-logo di un regista e di una letterata, il ragazzetto blasonato con tanto di rotacismo che dice "ciclomotore" in luogo di motorino. Alla gioventù immonda che incontra a scuola, si accompagna un padre col complesso dell'escluso, sempre sopra le righe, petulante, magniloquente e smargiasso, e una madre bifolca, succube, ignorantissima e un po' scema. Eppure, a fronte della pattumiera umana che riempie il suo quotidiano, Caterina troverà proprio nella sua ingenuità di "provinciale" la chiave della propria identità, scevra da stereotipi.
Impaginato come il diario di un'adolescente, il copione che Virzì ha scritto con Francesco Bruni gioca tutto sui contrasti tra città e provincia, in e out. Bravissimo nel rappresentare il fragore capitolino e il senso di confusione e spaesamento della giovane protagonista, Virzì armeggia meno bene quando si tratta di caratterizzare i personaggi - tutti troppo inclini alla caricatura - mostrando di non sapere quale strada imboccare tra ritratto sociologico e commedia. Cammei per Michele Placido, Giovanna Melandri, Maurizio Costanzo e Roberto Benigni nella parte di loro stessi.    

martedì 21 ottobre 2003

Anything else

anno: 2003       
regia: ALLEN, WOODY 
genere: commedia 
con Woody Allen, Jason Biggs, Stockard Channing, Danny De Vito, Jimmy Fallon, Christina Ricci 
location: Usa
voto: 4

Falk (Biggs) è un giovane scrittore newyorchese innamorato pazzo di Amanda (Ricci), una virago accalappiauomini che gliene fa passare di tutti i colori. Basteranno i consigli di uno squinternato sessantenne che pontifica su qualsiasi cosa (Allen) e le sedute sul lettino dell'analista per cambiare strada e riuscire a separarsi da Amanda?
Con Anyhting else Allen si conferma sempre più la maniera di se stesso: girato con pochissimi mezzi (molti interni e qualche ripresa in esterni nel Central Park), scritto in modo sciatto con una trama sbilenca che annaspa alla ricerca di qualche guizzo e battute ridotte al minimo, con la solita, vieta caricatura di psicanalisti ed ebrei, il film di Woody Allen è il segno di un'attività febbrile che ha ormai esaurito da tempo la sua vena creativa.    

martedì 7 ottobre 2003

Salvate il soldato Ryan (Saving private Ryan)

anno: 1998       
regia: SPIELBERG, STEVEN 
genere: guerra 
con Tom Hanks, Edward Burns, Tom Sizemore, Jeremy Davies, Vin Diesel, Adam Goldberg, Barry Pepper, Giovanni Ribisi, Matt Damon, Dennis Farina, Ted Danson, Harve Presnell, Bryan Cranston, David Wohl, Nathan Fillion, Paul Giamatti, Ryan Hurst, Maximilian Martini, Leland Orser         
location: Francia, Usa
voto: 7

Dopo il massacro subito dagli americani il 6 giugno del 1944 durante lo sbarco ad Omaha Beach, in cui periscono tre dei quattro fratelli Ryan, il capitano John Miller (Hanks) riceve l'ordine di riportare immediatamente a casa l'unico superstite della famiglia Ryan, James Francis (Damon), paracadutato in Normandia oltre le linee nemiche. Il capitano parte all'ostinata ricerca del soldato Ryan, ma questo - una volta appresa la verità sul destino dei suoi fratelli - non ne vuole sapere di tornare a casa, combattendo con i tedeschi un'ultima, decisiva battaglia.
Scritto da Robert Rodat, Salvate il soldato Ryan è uno dei film di guerra più cruenti mai visti al cinema. L'osannatissima scena iniziale - 24 minuti di ferocia bellica mostrata in tutta la sua fisicità - fa il paio con la battaglia che Miller e i suoi ingaggiano con i tedeschi in sottofinale. Come in tutti i film di Spielberg, c'è grandissimo mestiere e la qualità della messa in scena delle battaglie è un saggio da manuale del cinema. Come in tutti i film di Spielberg, anche Salvate il soldato Ryan gronda retorica. I tedeschi sono poco più che macchiette, i francesi non esistono neppure e la bandiera a stelle e strisce, che sventola maestosa in apertura e chiusura del film, è lì a ricordarci la grandezza e l'umanità del popolo americano. 5 Oscar: regia, fotografia (Janusz Kaminski), suono (Ronald Judkins, Gary Rydstom, Gary Summers, Andy Nelson), effetti speciali sonori (Gary Rydstom, Richard Hymns), montaggio (Michael Kahn).    

sabato 4 ottobre 2003

Elephant

anno: 2003       
regia: VAN SANT, GUS Jr.   
genere: drammatico   
con Timothy Bottoms, Matt Malloy, Eric Deuten, Alex Frost    
location: Usa
voto: 6   

Può succedere che in una società in cui un adolescente qualsiasi ordina un fucile a pompa su un qualsiasi catalogo di vendita per corrispondenza, le carneficine non siano un mero incidente. È quanto accaduto nella scuola di Columbine, nell'Oregon, che ha fornito a Michael Moore il pretesto per raccontare l'amore degli americani per le armi (il titolo, non a caso, era Bowling a Columbine), premiandolo anche con l'Oscar. Due premi (miglior film e miglior regia a Cannes) li incassa anche il film di Gus Van Sant, che racconta con stile algido e piglio semidocumentaristico l'eccidio compiuto da due studenti. Van Sant sceglie la strada più irta, affidandosi a lunghi piani sequenza con i protagonisti - tutti autentici studenti - spesso ripresi di spalle, mentre si aggirano per gli eterni corridoi dell'edificio scolastico al punto che la prima parte del film sembra quasi inerte. Le stesse scene vengono moltiplicate dai punti di vista, grazie ai quali vediamo scorrere un'umanità sordida - ragazzine fanatiche, bulli, un preside meschino, adolescenti annoiati - che non impatta mai col giudizio del regista. Glaciale e asettico, il film non imbocca mai la strada della violenza esplicita, neppure quando i due ragazzini decidono di svuotare i loro caricatori su insegnanti e compagni. Cinema ad altissimo spessore etico, coraggioso, dalle scelte stilistiche estreme, fotografia di una società e una generazione allo sfascio.