giovedì 29 novembre 2001

The eye – Lo sguardo (Eye of the beholder)

anno: 1999       
regia: ELLIOTT, STEPHAN  
genere: thriller  
con Ewan McGregor, Ashley Judd, Patrick Bergin, K.D.Lang, Jason Priestley, Geneviève Bujold  
location: Australia
voto: 5

Convinto del fatto che "la bellezza è nell'occhio di chi guarda", un detective iper-tecnologizzato (McGregor) si mette alle calcagna di una bellissima serial-killer (Judd). Lei è stata abbandonata dal padre da piccola; lui ha perso sua figlia. Qualcosa li lega?
La versione postmoderna del romanzo Eye of the beholder di Marc Behm, che già aveva ispirato Mia dolce assassina di Claude Miller imbocca la strada del dramma psicologico. Il racconto procede per ellissi e giustapposizione di omicidi, sfibrandosi in un finale aperto che sfiora il non-sense. La fotografia che ritrae i paesaggi della Pennsylvania è godibilissima, le scelte cromatiche coraggiose, il gioco di parrucche seducente. Ma nel complesso l'australiano Stephan Elliott firma un'opera senza nerbo.    

domenica 25 novembre 2001

Va’ e uccidi (Tha manchurian candidate)

anno: 1962       
regia: FRANKENHEIMER, JOHN
genere: spionaggio
con Frank Sinatra, Laurence Harvey, Janet Leigh, Angela Lansbury, Henry Silva, James Gregory, Leslie Parrish, John McGiver, Khigh Dhiegh, James Edwards, Douglas Henderson, Albert Paulsen, Barry Kelley, Lloyd Corrigan, Madame Spivy
location: Usa
voto: 6

Il pluridecorato Raymond Shaw, reduce dalla guerra di Corea, ha subito un lavaggio del cervello che lo ha trasformato in una spietata quanto inconsapevole macchina da omicidio, il cui compito principale è quello di uccidere il candidato democratico alla Casa Bianca. Un ex commilitone (Sinatra) ha però mangiato la foglia e gioca la carta del contro-condizionamento per evitare il peggio.
La sceneggiatura di George Axelrod (Colazione da Tiffany, Quando la moglie è in vacanza) - basata su un romanzo di Richard Condon - mescola la politica e la psicoanalisi, Romeo e Giulietta con la Guerra Fredda e il condizionamento pavloviano. Il risultato è un film che si colloca al crocevia tra spy-story e dramma psicanalitico con qualche prolissità di troppo e grande tensione. Nel 2004 Jonathan Demme ne ha girato un remake conservando il titolo originale.    

sabato 24 novembre 2001

Basquiat

anno: 1996       
regia: SCHNABEL, JULIAN  
genere: biografico  
con David Bowie, Dennis Hopper, Gary Oldman, Jeffrey Wright, Benicio Del Toro, Claire Forlani, Michael Wincott, Parker Posey, Elina Löwensohn, Paul Bartel, Cortney Love, Tatum O’Neal, Christopher Walken, Michael Badalucco          
location: Usa
voto: 4

Ascesa e rapidissimo tramonto di Jean Michel Basquiat (Wright), il primo pittore di colore ad essere assurto alla fama internazionale a soli 24 anni, anche grazie alla fortunata egida di Andy Warhol (Bowie), per poi morire a 27 per overdose. Il pittore e regista Schnabel, qui al suo esordio dietro la macchina da presa, racconta l'avanguardia newyorchese a cavaliere degli anni '80 con accenti macchiettistici, costruendo il racconto biografico per episodi nel quale la trasgressione della pop art e del grafitismo vengono narrate come il naturale viatico delle nevrosi di personaggi eccentrici. Soggetto di Michael Thomas Holman, tratto da una storia di Lech J.Majewski e John Bowe.    

domenica 18 novembre 2001

Amore e guerra (Love and death)

anno: 1975       
regia: ALLEN, WOODY   
genere: commedia   
con Woody Allen, Diane Keaton, Harold Gould, Olga Georges-Picot, Zvee Scooler, Despo Diamantidou, Sol L.Frieder, Jessica Harper, Lloyd Battista, Alfred Lutter III            
location: Usa
voto: 6   

Nei primi dell'ottocento il russo Boris (Allen) viene suo malgrado richiamato dall'esercito per contrastare la campagna russa di Napoleone, diventa un eroe per caso ed è perpetuamente innamorato di sua cugina Sonja (Keaton), che pensa a tutti fuorché a lui, mentre le visioni semioniriche della morte si fanno sempre più frequenti.
Parodia di Guerra e pace in stile slapstick, caratterizzata dal tipico umorismo yiddish del regista, molti non-sense, battute a raffica, richiami parodistici al Bergman de Il settimo sigillo e qualche indovinata caricatura. Un'opera sotto la media per il regista newyorchese, con qualche guizzo nelle caratterizzazioni dei personaggi.