domenica 27 luglio 1997

Il maratoneta (Marathon man)

anno: 1976   
regia: SCHLESINGER, JOHN  
genere: thriller  
con Dustin Hoffman, Laurence Olivier, Roy Scheider, William Devane, Marthe Keller, Marc Lawrence, Richard Bright, Nicole Deslauriers, Ben Dova, Lou Gilbert, Tito Goya, Harry Goz, Wilfredo Hernández, Lotta Andor-Palfi, James Wing Woo, Jacques Marin, William Martel, Jeff Palladini, Lionel Pian, Scott Price, Lee Steele, Fred Stuthman, Jaime Tirelli, Micahel Vale, Fritz Weaver, Allen Joseph  
location: Usa
voto:8

Da brillante studente dell'università di New York qual è, l'ebreo Babe Levy (Dustin Hoffman) mette il suo vistoso naso tra le pieghe della storia. Appassionato delle imprese podistiche di Abele Bikila ed ossessionato dalla morte del padre, vittima del maccartismo, il ragazzo si trova impegolato in una losca vicenda in cui un criminale di guerra nazista (Olivier) è coinvolto in un traffico di diamanti, imperniata sulla figura del suo fratello maggiore (Scheider). Quando questo perderà la vita, il ragazzo troverà la verità e saprà farsi giustizia da solo.
Inutilmente complicato nelle premesse ma teso nello svolgimento, il film che l'inglese Schlesinger ha diretto prendendo spunto dal racconto che William Goldman (da cui già Ralph Nelson aveva portato sullo schermo Soldato sotto la pioggia) ha scritto e sceneggiato riesce originale nella lettura in chiave thriller dei crimini nazisti in tempo di guerra, contrapponendo la protervia delle SS alla giustizia teleologica della storia. Da evitare se non si ha simpatia per gli odontoiatri.    

venerdì 25 luglio 1997

C'eravamo tanto amati

anno: 1974   
regia: SCOLA, ETTORE
genere: drammatico
con Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli, Aldo Fabrizi, Mike Bongiorno, Federico Fellini, Marcello Mastroianni, Isa Barzizza, M.Michelangeli, Elena Fabrizi, Vittorio De Sica
location: Italia   
voto: 10

Roma. Dalla Resistenza al referendum sul divorzio, passano trent'anni di storia italiana alle spalle di tre amici, tre ex-partigiani innamorati della stessa donna, Luciana (Stefania Sandrelli). Antonio (Nino Manfredi) è un portantino ingenuo e sempliciotto, il meno ambizioso ed il più impegnato politicamente dei tre. Gianni (Vittorio Gassman) è un avvocato arrivista, un proto-yuppie pronto a vendere anche la madre per la carriera e i soldi. Nicola (Stefano Satta Flores) è un intellettuale idealista che dalla modestia della vita provinciale passa alle umiliazioni di quella metropolitana. I tre si avvicineranno e allontaneranno secondo i capricci del caso, della volontà e degli affetti. Antonio sposerà Luciana; Gianni una donna ignorante e volitiva (Giovanna Ralli) figlia di un "palazzinaro" (Aldo Fabrizi). Resterà vedovo. Nicola abbandonerà la famiglia.
Tutto l'amore per il cinema (il film è dedicato a De Sica, del quale esiste una sequenza struggente in cui ricostruisce un aneddoto di Ladri di biciclette; ma i riferimenti vanno assai oltre e campeggiano anche le presenze di Fellini e Mastroianni nella parte di loro stessi), tutta la passione politica, la rotondità dei personaggi, tutti ugualmente magnificamente interpretati, i dialoghi arguti di un copione redatto da Age, Scarpelli e Scola, la finissima lettura in controluce delle sorti della sinistra italiana incorniciata sugli eventi personali dei protagonisti, il trucco eccellente, impennate di grande cinema, scavallamenti fantastici e trovate tecniche (le scene del passato sono girate in bianco e nero) sono addendi di una somma che dà per risultato un film struggente, complesso, amaro, indimenticabile. Un capolavoro.

martedì 22 luglio 1997

Brutti, sporchi e cattivi

anno: 1976   
regia: SCOLA, ETTORE  
genere: drammatico  
con Nino Manfredi, Maria Luisa Santella, Linda Moretti, Ettore Garofalo, Alfredo D'Ippolito, Maria Bosco, Gianfranco Merli, Clarisse Monaco, Aristide Piersanti, Giovanni Rovini, Giselda Castrini, Francesco Annibali, Silvia Ferluga, Marcella Michelangeli, Franco Marino, Zoe Incrocci 
location: Italia
voto: 8,5

Attorno al milione che Giacinto Mazzatella (Manfredi) ha avuto come risarcimento assicurativo per l'occhio perduto e che custodisce gelosamente tra le proprie mutande e le crepe del cesso fatiscente dove ha interminabili sedute, si muove un formicaio di baraccati di origine ciociara, pugliese, campana e sicula, assiepati su una collinetta nei pressi di San Pietro a Roma, vittime della tirannia del patriarca. Ossessionato dall'idea che gli venga sottratta la somma, Giacinto si dà alla "bella vita" con Iside (Maria Luisa Santella), una puttana grassona rimorchiata per caso. Ingelosita, la moglie (Bosco) tenterà di avvelenare Giacinto. Ma questo prima si farà un clistere di acqua marina per rigettare il veleno e quindi darà fuoco alla casa dove abita la moglie con i dieci figli, le cognate e i cognati. Sventato anche l'incendio, l'uomo venderà lo "stabile" ad una nuova famiglia. Tutto riprenderà come prima. Tutti sotto lo stesso tetto.
Apologo amarissimo e senza lieto fine sulla povertà, narrato con momenti di lirismo piuttosto inconsueti nel cinema di Scola (il racconto ogni tanto viene impreziosito da ritagli sulla vita randagia ed innocente dei bambini del luogo, che agguantano la scialuppa della sopravvivenza tra travestiti e incestuosi, drogati e prostitute, assassini e bari, cani sciancati). Dalla sceneggiatura di una coppia super-collaudata come Scola e Maccari, un film cattivo e mai consolatorio che ha fatto epoca, dal retrogusto del realismo pasoliniano (i dialoghi sono stati supervisionati da Sergio Citti) ed echi del cinema di De Sica. Prova ciclopica (è il caso di dirlo, visto che recita con un solo occhio) di Nino Manfredi. Premiato per la regia a Cannes. Memorabile la colonna sonora.    

venerdì 18 luglio 1997

La signora del Venerdì

anno: 1940       
regia: HAWKS, HOWARD  
genere: commedia  
con Cary Grant, R.Russell, R.Bellamy, G.Lockhart          
location: Usa
voto: 5  

Un povero anarchico innocente sta per essere mandato al patibolo. Hilde (Rosalind Russell), una giornalista d'assalto alla vigilia del matrimonio, non vuole perdere l'occasione per uno scoop, sollecitata dal suo direttore (Cary Grant). Finirà con l'innamorarsi del direttore e mandare all'aria la cerimonia nuziale.
Tratto da The front page di Ben Hecht e Charles MacArthur, La signora del Venerdì è la seconda versione cinematografica dopo quella che Lewis Milestone portò sugli schermi nel 1931 (seguiranno quelle di Billy Wilder e Ted Kotcheff). Qui Hawks gioca su tempi serratissimi, battute al fulmicotone e recitazione concitata che stemperano la chiave umoristica del film impedendo allo spettatore di assaporare battute e situazioni. Grant inamidato. Wilder ne fece un capolavoro anni dopo con Prima pagina.    

domenica 13 luglio 1997

Piovono pietre (Raining stones)

anno: 1993   
regia: LOACH, KEN
genere: drammatico  
con Tom Hickey, William Ash, Lee Brennan, Julie Brown, Matthew Clucas, Jimmy Coleman, Christine Abbott, Karen Henthorn, Geraldine Ward, Jonathan James, Anna Jaskolka, Bruce Jones, Little Tony, Jack Marsden, George Moss, Gemma Phoenix, Ronnie Ravey, Ricky Tomlinson, Mike Fallon, Drek Alleyn, Anthony Bodell, Jackie Richmond    
location: Regno Unito   
voto: 8

Il disoccupato quarantenne di Manchester Bob (Bruce Jones) ce la mette tutta per assicurare alla propria figlia una cerimonia adeguata alla sua prima comunione, col vestito bianco nuovo, le scarpette, il velo e i guanti. Così, sperimenta ogni soluzione possibile, dalla vendita di carne rubata all'impiego come buttafuori in una discoteca, fino allo sturacessi. Ma, si sa, "sulla classe operaia piovono pietre sette giorni alla settimana" e a Bob rubano pure il furgone che gli occorre per qualche lavoretto di trasporto. Sconfitto dal fato avverso, si rivolge ad una finanziaria controllata da alcuni strozzini. E qui iniziano i guai. Gli usurai fanno irruzione a casa sua, terrorizzano sua moglie (Brown) e minacciano. Lui non ci sta, pedina il boss di questi sciacalli, lo aggredisce e ne provoca involontariamente la morte. Va dal prete della sua parrocchia, un uomo progressista che fiancheggia la causa della classe operaia e che lo assolve.
Col consueto stile narrativo asciutto, la fotografia essenziale, lo sguardo gelido e mai commiserativo rivolto ai suoi personaggi, Loach difende la causa proletaria con un apologo a lieto fine costruito con una klimax avvincente. Premio della giuria al festival di Cannes.

giovedì 10 luglio 1997

Che ora è

anno: 1989   
regia: SCOLA, ETTORE  
genere: commedia  
con Massimo Troisi, Marcello Mastroianni, Anne Parillaud, Renato Moretti, Lou Castel  
location: Italia
voto:  9

Durante una giornata di libera uscita dal servizio militare, Michele (Troisi) si incontra con suo padre (Mastroianni), un benestante avvocato sessantenne col quale ha rapporti discontinui e difficili. Il film è la cronaca di una giornata di questo incontro, tra passeggiate, mangiate, incursioni annoiate al cinema e visite alla nuova ragazza di Michele (Parillaud). Al di là della trama, semplice ed intimista, il film di Scola, sceneggiato dal regista con la figlia Silvia e Beatrice Ravaglioli, è un capolavoro di rappresentazione di due mondi che tentano faticosamente di comunicare. Michele è un ragazzo insicuro, scontroso, consumerista, vittimista, passatista e inconcludente che vorrebbe vivere di piccole cose e che si è integrato a meraviglia nella piccola comunità di Civitavecchia dove momentaneamente risiede. Suo padre è un self-made-man efficientista, invadente, consumista e carrierista che vorrebbe programmare nei minimi dettagli la vita del figlio. E l'intero film inscena una schermaglia tra due weltanschauung opposte ma accomunate da sentimenti forti. Mastroianni e Troisi (forse un po' troppo "cresciuto" per la parte), premiati a Venezia, oltre a fare ridere e piangere, recitano talmente bene e con tale naturalezza da commuovere lo spettatore.    

mercoledì 9 luglio 1997

Palombella rossa

anno: 1989   
regia: MORETTI, NANNI 
genere: grottesco 
con Nanni Moretti, Silvio Orlando, Mariella Valentini, Alfonso Santagata, Claudio Morganti, Asia Argento, Eugenio Masciari, Mario Patanè, Antonio Petrocelli, Remo Remotti, Fabio Traversa, Giovanni Buttafava, Gabriele Ceracchini, Luisanna Pandolfi, Imre Budavari, Mauro Maugeri, Mario Monaci Toschi, Gianluca Cocchini, Maurizio Failla, Andrea Frascolla, Stefano Frosi, Paolo Lupidi, Andrea Massucci, Pierluca Nanni, Stefano Napolitano, Marco Palermi, Alessandro Rossi, Gennaro Sapio, Giuseppe Torrisi, Telemaco Marcoccio, Marco Messeri, Luca Codignola, Daniele Luchetti, Carlo Mazzacurati, Raoul Ruiz, Mario Schiano, Mario Scotti Galleatta, Luigi Moretti 
location: Italia   
voto: 8

Per colpa di un incidente in macchina, l'onorevole comunista romano Michele Apicella (Moretti) viene colpito da un'amnesia. Ha ricordi vaghi e confusi su ciò che è. Alla mente gli ritorna soltanto l'idea di essere un comunista. Durante una partita di pallanuoto che è anche la finale-scudetto e che copre l'intera durata del film, Michele problematizzerà l'unica, vaga certezza che gli è rimasta, facendo fronte agli attacchi che gli provengono da tutte le parti (giornalisti d'arrembaggio, mondo cattolico, corruttori, vecchi compagni di lotta ci sono tutti). Film difficile, complesso, contraddittorio, affascinante, passionale, qua e là non risolto, Palombella rossa è una sofferta riflessione sul gioco, sull'infanzia, sulla professionalità come mito contemporaneo, sul linguaggio e sul senso di appartenenza alla bandiera rossa alle soglie degli anni '90, ad un passo poi dalla svolta occhettiana che avrebbe cancellato il P.C.I. e dato vita al P.D.S. Ma il film è anche molto altro. Con Palombella rossa Moretti abbandona definitivamente il cliché che lo affiancava impropriamente alla schiera dei "nuovi comici italiani" puntando dritto sul cinema d'autore. E infatti d'autore sono alcune delle soluzioni fotografiche (la carrellata sulle mamme che asciugano la testa ai figli negli spogliatoi) e di sceneggiatura che abborda il regista romano, addirittura con accenni a Fellini (la danza in acqua con i cartelloni pubblicitari) e a De Sica (la scena del ludibrio ai danni dell'oppositore fascista all'università si era già vista ne Il giardino dei Finzi Contini). Mai come in questo film Moretti estremizza la narrazione rapsodica e anti-lineare che caratterizza il suo cinema coronando l'opera con elementi metaforici (la partita e la visione de Il dottor Zivago alludono entrambi ad un successo smarrito per un soffio, ma anche il sol dell'avvenire della scena finale non è da meno). Da culto molte della battute: "Le parole sono importanti. Chi parla male pensa male". Nella colonna sonora ci sono E ti vengo a cercare di Franco Battiato e I'm on fire di Bruce Springsteen.

martedì 8 luglio 1997

Luisa, Carla, Lorenza e... le affettuose lontananze

anno: 1989       
regia: ROSSI, SERGIO  
genere: sentimentale  
con Lina Sastri, G.Bianchi, Fiorenza Marchegiani, Angela Finocchiaro, Paco Reconti          
location: Italia
voto: 5

Tre amiche, tre donne romane sulla quarantina e le loro solitudini, contraddizioni, il loro bisogno di uomini. Sergio Rossi, autore del soggetto che ha poi sceneggiato con Age, cura con maggiori dettagli il ritratto di Luisa (Lina Sastri), professoressa liceale di storia dell'arte all'inseguimento continuo di una relazione ideale che si fa sfuggire di mano per un soffio il disegnatore Vittorio (Giampiero Bianchi). Gli altri due personaggi sono lasciati più sullo sfondo. Lorenza (Angela Finocchiaro) è una dottoressa solare e amante della vita ma disillusa. Carla (Fiorenza Marcheggiani), infine, è una madre di famiglia separata che spera in una possibile ricostruzione della coppia.
Uno sguardo maschile garbato e sensibile sui sentimenti della donna, sulle sue attese, affidato all'intensa interpretazione delle tre attrici ma troppo approssimativo nella visualizzazione dei personaggi di contorno.    

venerdì 4 luglio 1997

Arma letale (Lethal weapon)

anno: 1986       
regia: DONNER, RICHARD  
genere: poliziesco  
con Mel Gibson, D.Glover, G.Busey, Mitchell Ryan, T.Atkins, D.Love, T.Wolfe          
location: Usa
voto: 7  

La polizia di Los Angeles affida a Roger Murtaugh (Glover) le cure di Martin Riggs (Gibson), poliziotto scapestrato e suicidomane quanto basta per compiere atti rischiosi ed inconsulti. Dopo qualche avventura palesemente mirata ad assemblare insieme i due veterani del Vietnam, Roger e Martin si trovano sulle tracce di alcuni narcotrafficanti. Ma questi ultimi, guidati da un gruppo di ex agenti della CIA in Vietnam, non scherzano e prendono in ostaggio la figlia di Roger (Wolfe) pur di portare a termine il loro disegno criminoso. Ovviamente i poliziotti avranno la meglio.
Scritto da Shane Black, Arma letale viene confezionato per il pubblico con tutti i crismi del genere: il rapporto di amicizia tra i due protagonisti, l'eroismo in dosi massicce, inseguimenti e sparatorie. Nonostante la prevedibilità, il prodotto è gradevole e trova anche qualche elemento di originalità in un'inconsueta dose di umorismo e nella contrapposizione tra il poliziotto nero e razionale dedito alla famiglia e quello bianco eccentrico e solitario. Le musiche sono eseguite anche da David Sanborn. Con tre seguiti.    

martedì 1 luglio 1997

Romanzo popolare

anno: 1974   
regia: MONICELLI, MARIO
genere: commedia
con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido, Pippo Starnazza, Jone Greghi, Pietro Barreca, Gennaro Cuomo, Franco Mazzieri, Gaetano Germanà, Alvaro Vitali, Lorenzo Piani, Vincenzo Crocitti, Alvaro De Vita, Nicolina Gapetti
location: Italia   
voto: 8


"Siamo o non siamo negli anni '70?", continua a ripetere l'operaio di Cologno Monzese Giulio Barletti (Ugo Tognazzi), spinto da forti convinzioni progressiste di uomo di sinistra. La sua apertura mentale viene però messa a dura prova quando Vincenzina Rotunno (Ornella Muti), moglie meridionale più giovane di vent'anni, si innamora, ricambiata, del poliziotto Giovanni (Michele Placido) e tradisce il marito. Tollerante sulle prime battute, Giulio tracolla quando arriva puntuale una lettera anonima (in realtà scritta dal rivale) che ne sconfessa la virilità. Così, quando le cose sembravano accomodate, il matrimonio va di nuovo a monte. I tre finiranno ciascuno per la propria strada. Giulio e Vincenzina si incontreranno per i pranzi del sabato, a settimane alterne e per chissà quale avvenire.
Scritto e sceneggiato a sei mani con Age e Scarpelli e curato nella versione milanese dei dialoghi da Enzo Jannacci e Beppe Viola, Romanzo popolare è un ritratto impietoso dell'istituzione familiare, ritagliato sullo sfondo del femminismo, delle battaglie ideologiche di quegli anni e del confronto tra la cultura del settentrione e del meridione italiano (nello stesso anno Comencini porterà sullo schermo un tema assai simile con Delitto d'amore). Girando il film nello stesso anno della legge sul divorzio, Monicelli regala al cinema una delle sue opere più belle e più efficaci nella ricostruzione del clima politico, culturale e sociale di quell'epoca, pur con qualche debito verso il Dramma della gelosia di Scola. Tognazzi, che torna a interpretare il ruolo del pigmalione di donne ben più giovani dopo La bambolona di Giraldi, è in stato di grazia. La Muti non è mai stata tanto brava e ai suoi fan esibisce un nudo in cui scopre generose grazie. Nella colonna sonora figurano Vincenzina e la fabbrica di Jannacci e Sono una donna, non sono una santa, interpretata da Rosanna Fratello.